Tra Salvini e Di Maio ormai è scontro su tutto
Il capo politico M5S: in Europa la Lega alleata di chi nega l'Olocausto. Matteo replica: questi vedono fascisti e venusiani ovunque
Crescono le tensioni all'interno del governo con l'approssimarsi dell'appuntamento delle Europee. Tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio lo scambio di colpi a distanza è ormai quotidiano e oggi il ministro dell'Interno ha risposto all'attacco dell'alleato sulla coalizione di cui la Lega fa parte a livello europeo e che comprenderebbe, sottolinea Di Maio, anche forze politiche che negano l'Olocausto. Parole inaccettabili per Matteo Salvini. E per la tempistica, visto che il leader della Lega sta cercando faticosamente di creare un campo largo dei nazionalisti europei, sia per i contenuti. «I ministri sono pagati per lavorare», è la risposta del ministro dell'Interno: «Io lavoro, io rispondo col lavoro, con i fatti. Questa gente che cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani, venusiani... Mi piacerebbe che tutti i ministri avessero la stessa concretezza sbloccando cantieri, facendo ripartire opere pubbliche». Ma la controffensiva di Salvini agli attacchi di Di Maio non si ferma a questo. Il segretario della Lega, infatti, torna poco dopo sui un nervo scoperto del Movimento 5 Stelle, ovvero la linea ad alta velocità Torino-Lione. I pentastellati hanno fatto del No al Tav una bandiera politica, ma la procedure dei bandi - con l'invito di Telt a presentare le candidature - è iniziata. Salvini tutto questo lo sa bene come sa che la battaglia dell'alleato di governo contro la Torino-Lione può minare il consenso della Lega tra il ceto imprenditoriale del Nord. E infatti afferma di «non vedere l'ora di viaggiare» sul treno veloce, anche perchè continua «a ritenere la Tav un'opera fondamentale per collegare l'Italia al resto d'Europa, per permettere di inquinare di meno. Nel contratto di governo c'è, giustamente, la qualità dell'aria e quindi il treno inquina meno del gasolio. Poi gli imprenditori e i pendolari spenderebbero di meno. Non vedo l'ora di viaggiare» . Parole che sembrano cogliere nel segno. Poco dopo è infatti Di Maio a ritornare sulle sue dichiarazioni, ribadendo la preoccupazione nel vedere la Lega alleata con «una forza politica che lascia il parlamento quando si commemora l'olocausto e la Shoah», ma aggiungendo che «questo governo quando lavora sui fatti lavora in maniera compatta e concreta. E io lavoro benissimo con la Lega e con Matteo Salvini. Abbiamo dei problemi quando si comincia a parlare di temi ideologici che non riguardano i fatti e che a volte sono di ultradestra».