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Basilicata al voto. Sale l'ansia M5S
Oggi i cittadini della Basilicata rinnoveranno i 20 componenti del Consiglio regionale e decideranno il nuovo Presidente. La regione lucana è governata ininterrottamente dal centrosinistra dal 1995, anno in cui entrò in vigore il Tatarellum, la legge elettorale regionale che assegna la regione al candidato Presidente che arriva primo, indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuta. Nel 1995 vinse Dinardo, nel 2000 Bubbico, nel 2005 e nel 2010 De Filippo, nel 2013 Pittella. Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23. La provincia di Potenza eleggerà 13 consiglieri, la provincia di Matera 7. Quattro i candidati presidente: Carlo Trerotola, sostenuto da una coalizione di centrosinistra composta da 7 liste; Vito Bardi, coalizione di centrodestra con 5 liste; Antonio Mattia, unica lista a sostegno, quella del Movimento 5 stelle; Valerio Tramutoli, singola lista «Basilicata possibile». È vietato il voto disgiunto ed è possibile dare due preferenze, purché di sesso diverso. Se il candidato presidente sarà eletto almeno con il 40% dei voti, avrà garantiti almeno 12 seggi; con il 30%, 11 seggi; con meno del 30%, saranno garantiti solo 10 seggi (in questo caso la maggioranza sarebbe garantita dal seggio del presidente stesso). In nessun caso, la lista o la coalizione che sostengono il candidato eletto potrà però avere più di 14 seggi. La soglia di sbarramento per una singola lista è del 3%, per una coalizione è dell’8%. Se la coalizione non raggiungesse l’8% ma una sua lista superasse il 4%, quella singola lista sarebbe ammessa al riparto dei seggi. A livello nazionale il centrodestra governa 10 Regioni, il centrosinistra 9, inclusa la Basilicata. Nessuna Regione vede il MoVimento 5 Stelle al governo. Se la Basilicata andasse al centrodestra sarebbe una prima volta assoluta, che confermerebbe il trend favorevole al centrodestra dalle elezioni politiche in poi (Sardegna, Abruzzo, Molise, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia). Quattro candidati, ma nessun politico di professione. Chiunque vinca, il nuovo presidente della Regione Basilicata sarà espressione della società civile e non direttamente di partiti o movimenti. Gli schieramenti in campo, per quello che si profila come un importante test politico anche in funzione degli equilibri nazionali, della tenuta del M5S e dei rapporti all’interno del governo con la Lega, propongono alla guida della regione lucana professionisti pronti all’impegno istituzionale. A testimonianza della rilevanza dell’appuntamento, dopo le Regionali in Sardegna e in Abruzzo, e a ridosso delle Europee, c’è stata la presenza, costante e ripetuta, durante la campagna elettorale, di tutti i leaders nazionali. Il M5S propone Antonio Mattia, 47 anni, di Potenza, laureato in giurisprudenza e gestore di un centro ludico-ricreativo per bambini e famiglie nel capoluogo lucano. Mattia è sostenuto dalla sola lista pentastellata, dopo aver vinto vinto le «regionarie» sulla piattaforma Rousseau. A scegliere come candidato della coalizione di centrodestra l’ex generale della Guardia di Finanza Vito Bardi, 68 anni, potentino d’origine residente a Napoli, è stato Silvio Berlusconi in persona. Bardi ha un robusto curriculum: 4 lauree, un master e svariati incarichi di comando svolti durante la carriera militare. A sostenerlo ci sono cinque liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Bardi Presidente-Basilicata positiva e Idea-Un’Altra Basilicata. A raccogliere la pesante eredità di Marcello Pittella, dopo gli scandali legati alla sanità, per il centrosinistra, è chiamato Carlo Trerotola, 61 anni, altro potentino, titolare di una farmacia nel capoluogo. Con lui sette liste: Comunità democratiche-Pd, Basilicataprima Riscatto, Progressisti per la Basilicata, Psi, Lista del Presidente Trerotola, Avanti Basilicata e Verdi.