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Di Maio scivola sulla buccia d'arancia

Il vicepremier annuncia: "Esporteremo la frutta siciliana in Cina via aereo". Ma l'intesa è merito del precedente governo Pd e dell'ex ministro Martina

Gaetano Mineo
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Tutti pazzi per la Cina. I Cinque Stelle, in particolar modo, gongolano per essere riusciti a mandare le arance siciliane nel Paese asiatico via aereo. Un obiettivo su cui il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha subito piazzato la bandierina del MoVimento, ignorando – forse – che il risultato è frutto di un lavoro che va avanti da oltre due anni e che vede tra i maggiori protagonisti Alibaba, la più grande piattaforma e-commerce del mondo, ovviamente cinese. Infatti, sarà il gruppo asiatico, avvalendosi del supporto del ministero delle Politiche agricole assieme a quello del Distretto Agrumi di Sicilia, a portare sulle tavole cinesi l'”oro” di Sicilia. Ma in barba al politically correct, Di Maio strilla: "Una notizia che, in realtà, fa parte di quelle piccole grandi rivoluzioni di cui l'Italia ha bisogno. Il 2 aprile a Pechino arrivano, per la prima volta, le arance siciliane trasportate via aereo”. Come detto la questione non è nuova, come sottolinea il numero uno di Alibaba in Italia, Rodrigo Cipriani Foresio. "Sono stati due anni di intenso lavoro a fianco del ministero e del Distretto degli agrumi – sottolinea il managing director - e siamo quindi più che mai orgogliosi di poter oggi valorizzare anche su un mercato importante come quello cinese una filiera strategica come quella delle Arance Rosse di Sicilia". Ed è stato proprio il Distretto degli agrumi di Sicilia a sollevare la questione del perché le arance non potessero viaggiare via aereo invece che via nave con la quale impiegano circa quaranta giorni prima di attraccare nei porti cinesi. Già lo scorso giugno, il Distretto rimarcava che “sul trasporto aereo, c'è già un'apertura dalla parte cinese, si deve ottenere l'approvazione ufficiale delle autorità del paese asiatico. Appena arriverà, dalla Sicilia potrebbe partire il primo cargo di arance rosse verso la Cina”. Allo stesso tavolo, l'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera, ricordava che "ci siamo impegnati ad aprire al trasporto aereo il protocollo e ritengo che la nostra agricoltura possa raggiungere livelli straordinari se tuteliamo i nostri prodotti…”. Inevitabile, a questo punto, la gamba tesa di Ivan Scalfarotto. "Dice Luigi Di Maio che è contento perché finalmente stiamo spedendo le nostre arance in Cina – puntella l'ex sottosegretario renziano allo Sviluppo economico - ma casualmente si è dimenticato di ringraziare Maurizio Martina che ha fatto gli accordi con Pechino perché tutto questo fosse possibile". Una parentesi va fatta. La Cina è il paese natale delle arance, il cui nome scientifico è non a caso Citrus sinensi, ed è uno dei massimi produttori anche della versione del tarocco siciliano. Detto ciò, oggi a Palermo arriva il presidente cinese Xi Jinping che nel capoluogo siciliano vorrebbe costruire anche un porto, gemello di quello che la Cina possiede già in Grecia. Vorrà farsi arrivare più facilmente le arance?

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