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Trucco ad Alta Velocità

I bandi di gara diventano "avvisi" (revocabili) e il governo si salva. I grillini cantano vittoria, Salvini mastica amaro. Ma la resa dei conti è solo rinviata

Dario Martini
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Serviva un escamotage per non far cadere il governo. Ed è stato trovato. Non poteva andare altrimenti. Il muro contro muro tra Lega e 5 Stelle sulla Tav aveva imboccato la strada del non ritorno. Così si è deciso di non decidere. Un rinvio di sei mesi per arrivare allo scontro finale solo dopo le elezioni europee. Inizialmente la data entro cui fare per forza una scelta era stata fissata per oggi, quando sarebbero dovuti scattare i bandi per far partire l'opera che deve collegare Torino a Lione. Il premier Conte, invece, su indicazione dei due alleati di governo, è riuscito a far slittare la pubblicazione e ad allontanare la crisi che avrebbe portato dritto a nuove elezioni. «Un supplemento di riflessione - fanno sapere da Palazzo Chigi - di cui sono stati informati anche Macron e Juncker». La ricostruzione dei fatti l'ha fornita lo stesso presidente del Consiglio, pubblicando sul proprio profilo Facebook lo scambio di lettere con la Telt, la società franco-italiana (partecipata al 50% dal governo francese e al 50% da Ferrovie dello Stato) incaricata di realizzare l'alta velocità tra Torino e Lione. Per prima cosa, Conte ha ricordato che il governo dovrà «rivalutare la realizzazione dell'opera» alla luce dell'analisi costi-benefici. Poi ha annunciato soddisfatto che «i bandi non partiranno». Ciò è vero, ma solo in parte. La procedura, infatti, stata avviata, con gli «inviti a presentare le candidature» alle aziende che intendono costruire l'opera nei lotti in territorio francese. Esattamente come prevede la normativa per questo tipo di bandi europei. Poi, dopo un periodo di circa sei mesi, verranno trasmessi i capitolati d'appalto... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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