Il governo deraglia sulla Tav. La crisi è dietro l'angolo
È gelo nell'esecutivo dopo lo scontro durissimo tra i ministri. Di Maio accusa Salvini: "Irresponsabile"
Ormai è diventata una partita a scacchi, con risposte pesate in base alle mosse dell'avversario e viceversa. Il giorno dopo lo scontro durissimo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, le parti si invertono e la crisi di governo è dietro l'angolo. Luigi Di Maio tira dritto, invoca «serietà» e accusa il socio di governo di essere un «irresponsabile». Il capo politico pentastellato non accetta di passare nel tritacarne del Carroccio e sceglie di giocare in attacco: «Quando su tre, due la pensano in un modo, io e Conte, poi non decide solo uno, altrimenti avremo problemi in futuro» affonda. «Non è una questione di testa dura, sono discorsi da bambini. Bisogna sedersi la tavolo per ridiscutere integralmente l'opera e non vincolare soldi degli italiani» insiste il titolare del Mise. Insomma, Di Maio non molla e rilancia: «Non si può mettere a rischio il governo per un punto che è nel contratto. Sarebbe un paradosso. È da irresponsabili. Non noi, non i Cinque Stelle, ma la Lega ha messo in discussione l'esecutivo legandolo al tema Tav. Sono rimasto molto interdetto». Salvini si tiene alla larga dalla polemica e dallo scontro, preferisce far decantare. Anche quando risuonano come una bomba le parole di Stefano Buffagni: «Cosa stia succedendo è chiaro: non è che ci sia da aprire una crisi, la crisi è già aperta. Finalmente». Il Capitano getta acqua sul fuoco: «Nessuna crisi di governo e nessuna nostalgia del passato, lavoriamo per unire e per dare lavoro, sviluppo e futuro all'Italia. Col buonsenso si risolve tutto». La realtà però è una sola: i 5 Stelle vogliono bloccare la Tav e il Carroccio no. Due posizioni arroccate, da cui è difficile trovare una soluzione entro lunedì. Di Maio vuole una soluzione tecnica, ma sulla Tav, ribadisce Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, questa ipotesi «non c'è». Anche la proposta di Armando Siri di inserire una «una clausola di dissolvenza» nei bandi di Telt «nel caso in cui non ci fosse una condivisione sull'opera tra Italia, Francia e Ue, per renderli poi inattuabili» non sarebbe percorribile per i 5Stelle, perché significherebbe dare l'ok alla procedura e avviare la macchina. Sui bandi il "no" dei grillini è granitico e su questo infatti la trattativa tra Lega e M5S è arrivata a un punto morto. Di Maio però vuole trovare la quadra e alle parole di Salvini, «ci vediamo lunedì», replica: «Non mi si può dire che ci rivediamo lunedì, questo è un fine settimana di lavoro per portare a casa gli obiettivi del governo». Il leader leghista di fatto si troverà nel fine settimana a Milano (sabato è il suo compleanno) e ha già in agenda un appuntamento domenica. Fonti a lui vicine confidano che non farà rientro a Roma prima di martedì sera, dopo aver passato la giornata in Basilicata.