caos sul web

Caso Diciotti, il Blog delle Stelle va in tilt. Voto iniziato con un'ora di ritardo

Carlo Antini

Tra dubbi e rinvii, il voto online divide M5s. I parlamentari, in attesa dell'assemblea congiunta di questa sera con Luigi Di Maio, mostrano approcci diametralmente opposti sulla vicenda Diciotti e sulla decisione dei vertici 5 Stelle di far decidere agli iscritti se processare o meno Matteo Salvini. E ad un certo punto della giornata rumors fanno trapelare anche dubbi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che però vengono prontamente smentiti da fonti di palazzo Chigi a sottolineare che non ci sarebbe alcuna interferenza da parte del premier. Ma la rabbia monta anche nella base M5s che sulla pagina Rousseau dà sfogo con parole durissime contro quello che, come lo definisce un attivista, rappresenta un "disgustoso esempio di democrazia pseudodiretta da Casaleggio. Come si può accettare che gli onorevoli 5 stelle possano essere vincolati dal voto di quattro gatti? Vergogna". Il voto online previsto in un primo momento dalle ore 10 alle 19 e poi subito passato dalle 11 alle 20, e' slittato in corso di giornata fino alle 21.30 a causa di quella che viene definita "alta partecipazione" e che di fatto ha mandato in tilt la piattaforma operativa dei 5 stelle. E inoltre il quesito viene 'ritoccato' anche se la sostanza non viene modificata: si deve scegliere il no se si vuole autorizzare la magistratura a procedere nei confronti di Salvini, si deve optare invece per il sì se si vuole 'salvare' il titolare del Viminale. La modifica apportata oggi, prima dell'avvio delle votazioni, consiste nell'aggiunta di un inciso, e precisamente: quanto accaduto lo scorso agosto, con il divieto di sbarco per alcuni giorni nei confronti dei 137 migranti a bordo della nave Diciotti, "è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato" o, al contrario, "non e' avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato". Ma sono le polemiche a tenere alta la tensione. Per la senatrice M5s Paola Nugnes, voce sempre più spesso critica dentro il Movimento e che ha ribadito più volte di voler votare perché Salvini venga processato, si tratta di "quesiti monchi che gia' includono una risposta". Oltre a criticare lo strumento Rousseau: "Ritengo fondamentale la democrazia partecipata, ma per le questioni nazionali non si puo' relegare ai soli iscritti del M5s una decisione di questo tipo, ma andrebbe allargata a tutti gli italiani attraverso una piattaforma pubblica andrebbe allargata a tutti gli italiani attraverso una piattaforma pubblica". Sulla stessa linea la senatrice Elena Fattori - anche lei, come la Nugnes tra l'altro, 'sotto osservazione' del Collegio dei probiviri dopo aver espresso contrarieta' al decreto Sicurezza - che lamenta il fatto di non riuscire nemmeno a connettersi con Rousseau che, ricorda polemica, "usufruisce di 90.000 euro di soldi 'pubblici', versati dai parlamentari dai loro stipendi, dal mese di marzo 2018. Quindi - sottolinea - ha ottenuto circa un milione di euro per implementare la piattaforma. Ad oggi non e' dato di avere ne' una fattura o una ricevuta del versamento ne' un rendiconto puntuale di come sono stati impiegati questi soldi. Almeno dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. Non riesco neanche a connettermi". Ma c'è chi cerca di 'spegnere' il fuoco come lo stesso Beppe Grillo che ieri aveva twittato: "Se voti Si' vuol dire No. Se voti No vuol dire Si'. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!"; parole che erano state interpretate come una critica al modo di porre il quesito. Ma oggi Grillo smorza le sue parole: "Da me solo una battuta, montata ad arte contro M5s. Piena fiducia nel capo politico Luigi Di Maio". Grillo che arrivera' domani a Roma per il suo show in teatro ed e' probabile che abbia un faccia a faccia con Di Maio. Che da parte sua assicura: "Da capo politico sosterro' il risultato del voto", e aggiunge: "Anche la battuta di Grillo ci sta... Ma e' lo stesso quesito che verra' posto in Giunta per le autorizzazioni a procedere. I nostri elettori sono perfettamente in grado di votare secondo coscienza". I timori per una crisi di governo vengono allontanati, in primis dallo stesso Salvini e dalla Lega, ma anche dagli stessi vertici pentastellati che sono sicuri che alla fine prevarra' il diniego alla richiesta di autorizzare il processo di Salvini. Il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli sostiene che il voto non avrà nessuna conseguenza sulla tenuta dell'esecutivo giallo-verde: "Non vedo perche'" dice. M5s e Lega resteranno insieme al governo? gli viene chiesto. E lui risponde: "Assolutamente si', anche perche' quello che e' successo fa parte di un'azione di governo come gia' ampiamente documentato e detto dal presidente del Consiglio, dal ministro Di Maio e dal ministro Toninelli. Quindi, non riguarda esclusivamente un comportamento o un fatto del ministero dell'Interno". Del caso Diciotti - che non risulta formalmente in odg dell'assemblea congiunta di questa sera - sicuramente si discutera' questa sera. E c'e' chi da' per scontato che il dibattito sara' molto acceso.