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Ultimatum Ue: "Tav o restituite i fondi"

L'Unione europea chiede di fare l'opera nei "tempi concordati"

Silvia Sfregola
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Il professor Pierluigi Coppola non digerisce l'attacco del ministro Toninelli e al suo «non faceva parte del gruppo di lavoro» e «ha dato un suo contributo con un appuntino di tre pagine» all'analisi costi-benefici sulla Tav replica tagliente. «Ho partecipato ai lavori di questo gruppo di lavoro ma non alla redazione del documento finale, pubblicato sul sito del Ministero, poiché ero in disaccordo con la metodologia adottata a maggioranza - spiega l'economista di Tor Vergata - Ho manifestato le ragioni del mio disaccordo in diversi scambi email con il gruppo di lavoro, e, in presenza, negli incontri organizzati presso la Struttura tecnica di missione, allargati alla segreteria tecnica del Ministro». Insomma un vero e proprio dissenso e non una voce fuori dal coro. Intanto nella discussione interna al governo sulla Tav, che vede divisi Lega e M5s, si inserisce l'Europa. Che pressa perché l'opera si faccia e nei tempi concordati. Tanto che, avverte, «la Commissione non può escludere di dover chiedere di restituire i fondi Cef già erogati, se questi non possono essere ragionevolmente spesi in linea con le scadenze dell'accordo di finanziamento». Il ragionamento di Bruxelles è semplice: «Il progetto è in corso e per noi è importante che tutte le parti mantengano gli sforzi per completarlo in tempo, in linea con l'accordo di finanziamento», ha spiegato il portavoce ai Trasporti. Se l'Italia tentenna, insomma, l'Ue non cambia idea e ribadisce che «il tunnel di base è un progetto importante per la Francia, per l'Italia e per l'Europa», un progetto «solidarietà e unità» ritenuto «necessario» per «unire le regioni e rafforzare la coesione economica e sociale in Europa». Nessun commento sull'analisi costi benefici ma «la Commissione ha già detto chiaramente alle autorità italiane che ulteriori chiarimenti sono necessari nei prossimi giorni, prima possibile, per chiarire come l'Italia intende rispettare l'accordo di finanziamento». Al pressing europeo si aggiunge quello francese, con la ministra ai Trasporti Elisabeth Borne che assicura il pieno rispetto Oltralpe dei «tempi che hanno voluto prendersi i nostri partner italiani». Ma «oggi diciamo anche chiaramente agli italiani che bisogna che questa decisione arrivi». A rispondere all'incalzare dei paesi europei è il ministero dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli che prova a prendere tempo: in una nota viene giudicata «fattiva» l'interlocuzione con l'Ue che, si spiega, «ha come scopo quello di utilizzare al meglio i fondi europei per le infrastrutture. Il lavoro che si sta facendo al Mit e la analisi costi benefici sul progetto del Tav Torino-Lione servono a tutti, Ue compresa, per comprendere come impiegare al meglio i soldi dei contribuenti italiani, francesi ed europei». Al di là delle dichiarazioni, resta però evidente la necessità di arrivare quanto prima a una decisione. Sia il ministro per la Pa Giulia Bongiorno, in quota Lega, sia il collega all'Ambiente Sergio Costa, in area pentastellata, si dicono «ottimisti» sulla possibilità di trovare una sintesi politica sull'opera. Sintesi che per ora non c'è e le opposizioni ne approfittano per attaccare: il candidato alla segreteria Maurizio Martina, che ha effettuato un sopralluogo del cantiere, ha osservato che «un governo che non riesce a decidere di proseguire l'opera deve andare a casa e basta». E da Forza Italia ha incalzato la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini: «Non ci sono più scuse, il governo prenda finalmente una decisione e si assuma le proprie responsabilità davanti alle imprese, agli operai e al Paese intero».

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