analisi costi-benefici
Bocciata la Tav Torino-Lione: "Ci sono perdite per 7 miliardi"
Dall'analisi costi e benefici sulla Tav, pubblicata oggi dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti sul proprio sito, emerge che si verificherebbero perdite per 7 miliardi e vantaggi economici per 885 milioni. È la conclusione a cui sono arrivati gli esperti, guidati dal professor Marco Ponti, incaricati dal governo di redigere l'analisi sulla Torino-Lione. Il progetto, avvertono 5 tecnici su 6 "il professor Pierluigi Coppola non ha partecipato, in specifico, alla stesura della relazione, fanno sapere dal Mit), "presenta una redditività fortemente negativa". Nel dettaglio, i benefici risultano pari a 885 milioni di euro, mentre le perdite in uno scenario realistico arrivano fino a 7 miliardi. "Il valore attuale netto economico (Vane), ovvero il saldo tra i costi e i benefici, risulta pari rispettivamente a -6,9 miliardi considerando i costi "a finire" (escludendo i soldi già spesi, 1,4 miliardi) e a -7,9 miliardi qualora si faccia riferimento al costo intero. Inoltre, i benefici ambientali attesi, "sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile". Difficile, si legge nelle considerazioni conclusive dell'analisi tecnico-giuridica sulla Tav allegata a quella costi-benefici, "determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento": il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. LE CONCLUSIONI DEGLI ESPERTI Gli effetti complessivi del progetto durante gli anni di esercizio - escludendo cioè il costo di investimento - risultano pari a 885 milioni. Questo risultato deriva dalla somma di due componenti di segno opposto, spiegano i tecnici. La prima, relativa ai flussi di merci, determina un effetto negativo pari a 463 milioni. Il beneficio economico conseguente alla possibilità di instradare treni lunghi e pesanti sull'itinerario 'di pianura' reso possibile dall'opera in esame, sommato alla riduzione delle esternalità negative risulta minore della perdita di accise e di pedaggi. Il risultato negativo è fortemente influenzato anche dal fatto che i flussi di traffico su ferrovia esistenti - ossia quelli che con certezza godrebbero della riduzione dei costi operativi - sono di entità molto modesta sia in termini assoluti sia rispetto a quelli che dovrebbero cambiare modo. La seconda, relativa ai passeggeri, determina un beneficio positivo pari a 1,3 miliardi. Considerato che i costi attualizzati di investimento "a finire" e gestione dell'opera assommano a 7,9 miliardi, il "valore attuale netto economico" ossia la perdita di benessere - differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti - conseguente alla realizzazione dell'opera risulta pari a 7 miliardi. A questo valore devono essere sottratti i costi di ripristino delle opere realizzate finora (messa in sicurezza delle gallerie e rinaturalizzazione dei siti) stimati pari a 347 milioni e quelli della 'messa in sicurezza' della linea storica che, a seconda degli scenari di traffico che si intenderà considerare, potrà essere garantita con interventi a basso impatto economico ovvero con altri di maggiore rilievo, da definirsi a seguito di una specifica analisi del rischio nonché dei benefici attesi, per un ammontare massimo di 1,5 miliardi. Al netto di tali costi, il vane risulterebbe pari a -5,7 miliardi. IL SALDO Nello scenario realistico inserito nell'analisi costi benefici sulla Tav, pubblicata oggi dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti sul proprio sito, il valore attuale netto economico (Vane), ovvero il saldo tra i costi e i benefici, risulta pari rispettivamente a -6,9 miliardi considerando i costi "a finire" (escludendo i soldi già spesi) e a -7,9 miliardi qualora si faccia riferimento al costo intero. COSTO DI REALIZZAZIONE Con riferimento all'impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati, il costo da sopportare in caso di realizzazione del progetto non è rappresentato dalla somma dei soli costi di investimento e di gestione; a questi devono infatti essere sommate le minori accise che portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario realistico e a 16 miliardi in quello Osservatorio 2011. L'IMPATTO AMBIENTALE I benefici ambientali attesi - monetizzati pari a circa 5 miliardi nello scenario Osservatorio 2011 - sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile. Per quanto riguarda in particolare le emissioni di CO2, obiettivi ambiziosi di riduzione possono essere conseguiti – come già accaduto nei decenni passati per gli inquinanti locali – solo grazie all’innovazione tecnologica dei veicoli e alla conseguente riduzione delle emissioni unitarie; tale necessaria condizione comporterebbe automaticamente una forte riduzione del 'vantaggio competitivo ambientale' del modo di trasporto ferroviario e, quindi, del beneficio dello spostamento dalla gomma alla ferrovia. Se venisse realizzata la Tav, in media, in un giorno, la durata dei viaggi dei veicoli tra Milano e Parigi si ridurrebbero di 2 minuti e 20 secondi; quelli tra Milano e Lione si accorcerebbero di 1 minuto e 20 secondi e il tempo di attraversamento della tangenziale di Torino diminuirebbe di circa 5 secondi. IL PESO DELLE ACCISE Nello scenario realistico, le accise pesano per 1,6 miliardi e non sono decisive, come fa notare Toninelli, nel far pendere l'ago della bilancia dalla parte dei costi. LA MINI-TAV Se non venisse realizzata la tratta Avigliana-Orbassano, limitando il progetto alla cosiddetta mini-Tav, il Valore attuale netto economico dell'investimento (Vane) con costi 'a finire' ammonterebbe a -6,1 miliardi e quello calcolato con riferimento al costo intero a -7 miliardi. In caso di mancata realizzazione della tratta i mancati benefici per i passeggeri regionali risulterebbero pari a 305 milioni.