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Maglie, guerra in Rai e nel governo sulla striscia dopo il TG1

Maria Giovanna Maglie

Insulti dai grillini ma la Lega la difende

Silvia Sfregola
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È bufera su Maria Giovanna Maglie. L'idea della Rai di affidarle una striscia serale informativa su Rai 1 accende una polemica politica che divide nuovamente gli alleati di governo. Il Movimento 5 Stelle, infatti, dice «no ai raccomandati» e pone il veto senza mezzi termini: è una «follia», sostengono i pentastellati, che sul primo canale della televisione pubblica si affidi uno spazio così importante a chi «per sua stessa ammissione era arrivata in Rai grazie a Bettino Craxi e questo - spiegano dai piani alti del Movimento - è incompatibile con M5s che vuole una Rai del cambiamento, dove prevalga la meritocrazia e non chi ha avuto sponsor politici in passato». No, quindi, a nomi «legati alla vecchia politica». Per questo, M5s chiede al presidente della Rai, Marcello Foa, di intervenire e valutare «con la schiena dritta» su questa nomina per evitare il «rischio di perdita di credibilità». La Lega però la pensa in maniera diametralmente opposta e plaude al nome della Maglie. «Queste 'interessantì polemiche confermano che la scelta di un professionista vero, intelligente e a tratti vulcanico, è assolutamente azzeccata per confezionare un prodotto indipendente, nuovo e destinato a creare dibattito» sostiene Massimiliano Capitanio, segretario leghista della commissione di Vigilanza Rai. Ma c'è un altro punto dolente su cui puntano il dito i pentastellati ed è quello relativo alla vicenda per cui, nel 1993, la Maglie è andata via dalla Rai per un caso legato ad una presunta truffa riguardante rimborsi spese durante le trasferte all'estero. Anche se la vicenda processuale, che l'aveva vista indagata, si è poi conclusa nel 1994 con l'archiviazione. Ma per i 5 stelle l'ombra di quelle «spese pazze» pesa e non può essere trascurata. In questa analisi, il fatto che Maria Giovanna Maglie non risulti più iscritta all'Ordine dei giornalisti da tre anni «è praticamente irrilevante». E su questo concordano gli alleati leghisti: «Da giornalista difendo l'Ordine e tutti i suoi satelliti ma vorrei che l'attenzione fosse rivolta a ben altri casi dove il tesserino è stato brutalmente e velocemente svenduto a logiche commerciali». La polemica era nata in mattinata proprio da un tweet di Vittorio Di Trapani, segretario dell'Usigrai (il sindacato dei giornalisti dell'azienda di Viale Mazzini), che metteva in evidenza il fatto che la giornalista non fosse 'in regolà con i pagamenti all'Ordine. «Maria Giovanna Maglie, alla quale qualcuno in Rai vuole affidare la striscia informativa in prima serata che fu di Enzo Biagi, non risulta iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Non risulta più iscritta da circa 3 anni» ha twittato Di Trapani, criticando così la scelta della direttrice di Rai 1, Teresa De Santis, di affidare alla giornalista uno spazio informativo serale di sette minuti dal lunedì al venerdì, dopo il Tg1. Maria Giovanna Maglie, che ha ricevuto un'offerta da Rai 1 ma non ha ancora firmato il contratto: «Il fatto di non essere iscritta all'Ordine dei giornalisti da tre anni non riesce proprio a sembrarmi un problema. Dall'84 a tre anni fa non mi pare che facessi parte dell'ordine dei pasticcieri. Mi sono semplicemente dimenticare di pagare la mia quota». E ancora, secondo Maglie i comunicati e i tweet contro di lei fanno parte di «un fuoco preventivo teso a far saltare la mia conduzione della striscia». E sull'Usigrai che nel suo comunicato ha parlato «delle circostanze misteriose con cui la Maglie concluse la sua esperienza precedente in Rai», la giornalista precisa che tutto è stato archiviato e che «di questo passo, potrò portarli in tribunale e comprarmi una casetta alle Eolie».

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