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Conte cerca una fuga. L'Italia è in recessione e il premier sogna il boom

"Sarà un 2019 bellissimo". Ma lo spread vola e Confindustria vede nero: crescita vicina allo zero

Silvia Sfregola
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"Il 2019 sarà un anno bellissimo", annuncia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma per ora bisogna credergli sulla parola. Perché, dopo i dati Istat che hanno certificato la recessione tecnica, lo spread è salito a 258 punti. E se il premier confida in un "programma di ripresa incredibile", Confindustria vede nuvole nere all'orizzonte: "Anche se il Pil risalisse dal secondo trimestre", come assicura il governo, "è alta la probabilità di una crescita annua poco sopra lo zero". Insomma, la strada sembra davvero in salita. Ma l'esecutivo non ci sta a questa lettura dei fatti che contrasta - troppo, verrebbe da dire - con quanto proclamato finora. "I dati di questi giorni ci lasciano un po' preoccupati, vedo nelle analisi,ma non c'è motivo per perdere la fiducia", ribadisce Conte, parlando alla Prima Biennale della Cooperazione. E da New York anche il ministro dell'Economia Giovanni Tria osserva che "guardare con pessimismo al futuro non è realismo, sarebbe una forma di sabotaggio. Io penso che ci sono tutte le condizioni per una ripresa dell'economia italiana". La chiave, per il governo è soprattutto una: gli investimenti. "Dobbiamo sbloccare quelli bloccati e avviarne di nuovi utilizzando la cospicua massa di fondi presenti nel bilancio", dice il titolare del Mef, mentre Conte torna a promettere il Patto sui cantieri che "avvieremo in queste settimane" per "accelerare la realizzazione di centinaia di opere pubbliche dal Nord al Sud d'Italia. Anche così - assicura - rilanciamo la crescita e ridiamo ossigeno alle imprese". Del provvedimento, per ora, non vi è traccia, tanto più che si attende ancora una decisione sulla Tav. Ma il governo non arretra sulla linea dell'ottimismo, e serve rassicurare su un punto fondamentale: «Ribadisco e tendo a escludere la necessità di una manovra correttiva», dice Tria. La legge di bilancio varata a dicembre, ragiona l'esecutivo, deve ancora dispiegare i suoi effetti positivi, a breve partiranno reddito di cittadinanza e quota 100, «il futuro dell'Italia lo stiamo costruendo noi adesso - rivendica il premier - e sarà positivo perché abbiamo pensato a una manovra economica espansiva, non siamo rimasti sprovveduti di fronte a un trend negativo». Gli effetti «si vedranno nel secondo semestre e ci sarà questo scatto». Ma attenzione: «Non solo vogliamo riformare questo Paese ma vogliamo farlo insieme. Non ci può essere nessuno, nemmeno il governo, che può avere la presunzione di fare da solo». Una mano tesa che non fa desistere l'opposizione dalle critiche. «A Carnevale ogni premier vale. Fuga dalla realtà", ironizza la capogruppo FI al Senato Annamaria Bernini. Sceglie l'ironia anche l'ex premier Paolo Gentiloni: «Dal 2014 l'Italia era sempre cresciuta. Dal luglio 2018 è invece entrata in recessione. Siamo l'unico paese europeo in recessione. Tutta colpa mia, scrive su Facebook l'esponente Pd, secondo cui "per fortuna d'ora in poi non avrò più nulla da espiare. Il Presidente del Consiglio, infatti, ha appena assicurato che avremo un bellissimo 2019".

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