il caso diciotti
La Lega avverte i 5stelle: processare Salvini è processare il governo
Adesso dalla Lega arriva l’ultimatum. Mercoledì alle 11 il caso Salvini approderà all’esame della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato e dalle parole si passerà ai fatti. Il tribunale dei ministri ha indagato il titolare del Viminale per sequestro di persona aggravato dopo quanto accaduto con la nave Diciotti e sono i due capigruppo di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari a mettere le cose in chiaro: «Processare chi, nell’esercizio delle sue funzioni di ministro dell’Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, significa inequivocabilmente - mettono nero su bianco - tentare di processare il governo». Il Carroccio, ovviamente, respingerà - sia in Giunta che in Aula - la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini e lo stesso faranno FI e FdI. Nell’organo deputato a decidere sull’immunità, però, sono in ’cassaforte' solo otto voti contrari su 23: quattro arriveranno dai senatori della Lega, tre da Forza Italia perché il presidente, Maurizio Gasparri, per prassi non vota e uno da FdI. Sul fronte opposto ci sarà probabilmente il Pd. Oggi a Palazzo Madama, si sono riuniti per la prima volta con il presidente Andrea Marcucci, i quattro componenti dem della Giunta che hanno concordato sulla «necessità di seguire l’iter» della richiesta in Giunta e di «approfondire la questione, da tutti i punti di vista». I senatori giudicano «seria e ben documentata» la richiesta del Tribunale dei ministri e tutto sembra costituire la premessa a un voto condiviso e positivo alla richiesta di autorizzazione a procedere. Anche Matteo Renzi, che sarà chiamato a esprimersi quando il caso arriverà nell’aula del Senato, annuncia il suo sì: «Sono arrivate in Senato le carte del Tribunale dei Ministri nei confronti di Matteo Salvini. Dopo averle lette con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico - sortolinea - voterò a favore della richiesta di autorizzazione a procedere». Orientato a far procede l’azione penale degli inquirenti, poi, anche il leader di Leu Pietro Grasso. Mentre si dichiarano ancora indeciso il senatore delle Autonomie Meinhard Durnwalder (che si è astenuto in occasione della fiducia al governo M5S -Lega e che potrebbe fare altrettando in questa circostanza) e Gregorio De Falco, passato al gruppo Misto dopo l’espulsione dal M5S, ma che spesso si è dichiarato a favore dei dettami originari del Movimento, tra i quali ’la legge è uguale per tuttì. Tutto dipenderà, insomma, da cosa deciderà di fare il M5S che in Giunta conta ben 7 senatori. Se alcuni esponenti di spicco del movimento, come Gianluigi Paragone e la ministra Barbara Lezzi, assicurano che dai pentastellati arriverà il via libera ai magistrati («perché è quello che vuole Salvini») ancora non tutto è deciso. «Il sì dei commissari M5S? Non è scontato - spiega a LaPresse Mario Giarrusso, componente della Giunta riconfermato dopo la passata legislatura - stiamo decidendo. Paragone e Lezzi? Solo opinioni», assicura. In realtà, viene spiegato, i grillini aspettano che sia Salvini a fare chiarezza in prima persona, chiedendo una mano all’alleato in nome di una politica migratoria decisa insieme. Se il ministro dell’Interno finisse a processo - ragionano alcuni pentastellati - tutto il Governo sarebbe in imbarazzo e a maggior ragione il ministro dei Trasporti Toninelli che del vicepremier leghista ha benedetto ogni mossa. In più, in caso di un’eventuale condanna il ’contrattò M5S-Lega, alla voce ’Codice etico dei membri del Governò, parla chiaro: «Non possono entrare a far parte del governo - si legge - soggetti che siano sotto processo per reati gravi (ad esempio: mafia, corruzione, concussione, etc.)». Il sequestro di persona aggravato non è contemplato. Ma vallo a spiegare alla base.