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"Non serve una nuova parentopoli". Il Tempo smachera l'impero di Zingaretti

E chissà cosa sta succedendo nel sottobosco della Regione Lazio

Francesco Storace
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Probabilmente Nicola Zingaretti smentirà la prima pagina del Tempo. Perché sarebbe davvero bizzarro se tutto fosse vero. Manco ai tempi delle peggiori abbuffate si poteva registrare una simile infornata di assunzioni, nota ora solo per quel che riguarda quanto rilevato dal dossier che circola in regione e in ambienti insospettabili. Al governatore conviene frenare i bollenti spiriti, perché se tanto mi da' tanto la sua corsa alla segreteria del Pd scatenerà terribili vendette di partito. Già si vocifera di ulteriori fascicoli riguardanti Asl, partecipate, enti, aziende: ma vale la pena rischiare inchieste, processi, per la conquista di un partito morto? Se è vero quel che racconta il quotidiano di Franco Bechis con l'articolo di Dario Martini,, è molto probabile che tutto questo possa suscitare l'attenzione di piazzale Clodio: parentopoli non è un reato che riguarda solo alcuni e non tutti. A meno che ciascun contratto – penso che anche l'opposizione sia stupita dalle proporzioni di quanto uscito oggi sul Tempo – non sia deposito con la clausola elettorale: tutti a casa appena Zingaretti viene eletto perché non potrà reggere il doppio incarico. Ieri alla Camera c'era un bel nugolo di renziani pronti a scatenare l'inferno. E da quelle parti, quando si menano il sangue scorre davvero. Avviso ai naviganti dunque, e smettetela di coltivare clientele congressuali. Perché siete voi a scatenare l'anti politica con questi atteggiamenti. Altro che buona politica.

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