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Il ministro Costa chiude alle trivelle. Scontro con la Lega: "Non può bloccarle"

"Nessun via libera o torno a fare il carabiniere"

Dario Martini
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"La Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) si compone da una commissione autonoma che rilascia un parere che va sul tavolo politico, non è un obbligo firmarlo, è una valutazione. Lo dico perché io sono per il no alle trivelle e le trivelle passano per la Via che arriva sul tavolo del ministero dell'Ambiente: io non le firmo. Mi sfiduceranno per questo come ministro? Vabbè, tornerò a fare il generale dei Carabinieri, è la libertà di chi ha un altro lavoro". Quella espressa dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa è una posizione molto dura. Il ministro ha chiuso definitivamente alle trivelle oggi a Pescara in occasione della presentazione del programma ambiente del Movimento Cinque Stelle. Costa ha spiegato così la sua posizione: "Sulle due commissioni Via-Vas e Aia ho chiesto e decretato il cambiamento, non per sfiducia dei componenti ma per il sacrosanto principio della rotazione. Noi abbiamo commissioni che sono così da oltre 12 anni, cambiano i governi e non le commissioni. C'è un principio di sana rotazione nella pubblica amministrazione - continua Costa - apprezzo molto il principio di rotazione che il MoVimento dopo i due mandati, altrimenti si vive di posizioni di rendita". "Bene: sono state entrambe aggredite davanti al Tar del Lazio perché chi dovrebbe fare altro nella vita decide di voler restare pervicacemente su quella poltrona: noi resisteremo - continua il ministro Costa - vedremo se il Tar ci darà ragione o torto, ma intanto io le ho decretate e ho fatto la call pubblica perché è vero che il ministro nomina le commissioni ma non lo può fare apoditticamente, io devo vedere chi ha le migliori capacità. Quindi, se prima venivano nominate dalla scrivania, oggi abbiamo invece 1300 domande e per la prima volta nelle due commissioni ho preteso e ottenuto l'aspetto sanitario". Il no alle trivelle ha provocato subito reazioni all'interno dello stesso governo. Il viceministro per l'Economia, il leghista Massimo Garavaglia, ritiene che sulle trivellazioni "Costa deve fare il ministro, non quello che vuole lui" visto che ci sono "atti obbligatori e c'è un iter in corso". Esultano, invece, i No Triv: "Diamo atto al ministro di aver assunto una posizione di chiarezza e di coraggio - dice il portavoce del Coordinamento nazionale No Triv Enrico Gagliano - Sicuramente è una presa di posizione molto dura e netta che pone un problema al governo in questo momento in cui si sta discutendo dell'emendamento al dl semplificazioni. C'è un dato politico, al di là di quello tecnico, che emerge in modo prepotente; è di tutta evidenza che esistono all'interno della maggioranza di governo e anche all'interno dei 5 Stelle diversità di opinioni".

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