l'investitura
Lino Banfi star alla kermesse M5s. Di Maio: "Ci rappresenterà all'Unesco"
È il giorno del reddito di cittadinanza, ma è anche il giorno di Lino Banfi. Luigi Di Maio veste i panni dell’anchorman e presenta alla stampa la sua creatura, il provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Ci sono tutti, il premier Giuseppe Conte, Alessandro Di Battista, Davide Casaleggio, ministri, deputati, senatori, e anche europarlamentari accorsi da Strasburgo. E all’ingresso, a sorpresa, appare "nonno Libero", anche meglio conosciuto come il famigerato allenatore Oronzo Canà. «Mi hanno invitato e sono venuto: pare che mi diano pure a me una carica... Ora vediamo» confida ai giornalisti. Frase che a primo impatto sa di battuta, uno scherzo a cui Banfi ha abituato il pubblico. E invece no.La kermesse si apre, la sala è strapiena, le luci blu, e sullo sfondo tre maxischermi pronti per trasmettere le slide del reddito di cittadinanza. Di Maio fa gli onori di casa e annuncia: «Ne approfittiamo per dare una notizia all’Italia che a me riempie di orgoglio: abbiamo individuato Lino Banfi perché rappresenti l’Italia nella commissione italiana per l’Unesco. Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’Unesco». L’applauso è spontaneo, anche perché le simpatie di Banfi per il Movimento sono note da tempo. Di Maio però, evidentemente emozionato, sbaglia incarico. A correggere una nota del Mise: «Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha indicato Lino Banfi come componente nell’assemblea della Commissione nazionale italiana per l’Unesco (Cniu), in sostituzione di Folco Quilici che ricopriva il ruolo di referente per la comunicazione». Insomma l’attore non sarà ’rappresentante dell’Unescò e non andrà a sostituire il professor Francesco Buranelli, che rimarrà al suo posto. La gag sul palco prosegue: «Ora Luigi ha chiarificheto la mia presenza...», scherza l’attore in dialetto barese. «Quando mi hanno detto di volermi investire di questo incarico, mi sono chiesto ’che c’entro io con la culturà. Poi ho scoperto che questa carica è bellissima - aggiunge -. Le istituzioni sono fatte con persone plurilaureate, io invece voglio portare un sorriso ovunque, anche nei posti più semplici. Il mio sogno è vedere le persone che sorridono anche quando fanno politica». Banfi racconta dei primi incontri con Di Maio di quando «si presentò al mio ristorante per il mio compleanno con un mazzetto di fiori. Luigi ha 32 anni ma quando parla con Salvini e Conte ne ha 55... non so come fa. Non ti chiedo niente per chi voti, mi disse, ma io ti adoro perché hai fatto ridere 3 generazioni... - prosegue ancora, quasi commosso -. Ora abbiamo fatto 5 minuti faceti... adesso parlate di cose serie». Si chiude così la gag magistralmente condotta dall’artista, nato proprio dal varietà. La notizia salta in cima su tutti i siti e non passa inosservata. Neanche Matteo Salvini riesce a far finta di nulla e, durante un blitz all’ex penicillina di Roma, commenta tagliente: «Lino Banfi ambasciatore all’Unesco? Va bene. E Jerry Calà, Renato Pozzetto, Umberto Smaila?». Poi il ministro dell’Interno esprime tutto il suo disappunto per una candidatura non condivisa: «Oggi ho scoperto online che l’amico e collega Luigi Di Maio ha nominato Banfi all’Unesco. Per carità, sono gusti. A me piaceva molto come attore, anche se preferivo Walter Chiari, Gerry Calà, Renato Pozzetto. Se avessi dovuto scegliere io, avrei dirottato l’attenzione su Andrea Bocelli, che è apprezzato e amato in Italia e nel resto del mondo, Banfi è un amico, ma non so quanto conosciuto nel resto del mondo». Meno ironico è invece Matteo Orfini: «Uno schiaffo al merito e alla competenza che umilia chi fa sacrifici ogni giorno per studiare».