il decretone
"Nasce il nuovo Welfare State". Ecco il reddito di cittadinanza e le pensioni cambiano così
I toni sono trionfali. Tre podi, tre bandiere tricolori alle spalle di premier e vicepremier, mentre ricompaiono sullo schermo le slide - tanto amate dal governo Renzi - per illustrare il "decretone" che contiene le misure chiave del governo gialloverde, reddito di cittadinanza e quota 100, nero su bianco dopo 7 mesi di vertici e discussioni, in venti minuti di Consiglio dei ministri. "È una tappa fondamentale per questa esperienza di governo, sono due misure che non rispondono a estemporanee promesse elettorale ma costituiscono un progetto di politica economica sociale di cui questo governo va fiero", sorride Giuseppe Conte che rimarca: "Questo governo le promesse le mantiene, sono specifici impegni fatti al popolo italiano". Per Luigi Di Maio "oggi fondiamo un nuovo welfare state in Italia per persone che i governi precedenti hanno spremuto come limoni". Mentre Matteo Salvini parla di "un aiuto per dieci milioni di italiani" e dedica il decreto "alla signora Fornero e al signor Monti, Fornero si prepari a piangere ancora, questa è un’autostrada aperta per tantissimi italiani". "In sette mesi realizziamo le due misure più importanti del contratti di governo", esulta il leader pentastellato, "più di così era difficile fare", gli fa eco il Capitano. Nessuna balconata stavolta, nessuna bandiera in piazza nonostante l’approvazione del reddito di cittadinanza sia un capitolo chiave della storia M5S. Ma fuori piove, e l’esperienza forse rende scaramantici. L’entusiasmo dei principali attori di governo è comunque evidente: dopo mesi non facili, segnati dalla difficile battaglia con l’Europa sul deficit e dall’approvazione in extremis della manovra economica, il "decretone" è considerato un punto importante nella partita dell’esecutivo. Non a caso Salvini sorride, ringraziando i due compagni d’avventura "sono stati sette mesi davvero entusiasmanti e penso che lo saranno anche i prossimi dieci anni", scherza. "Ti stai prenotando anche per la prossima legislatura", gli replica ridendo Conte. Dopo più di un rinvio, il decreto vede così finalmente la luce. Per Quota 100 ci sono 22 milioni di euro, spiega il ministro dell’Interno, che garantiscono "il diritto alla pensione per un milione di italiani che contiamo possa trasformarsi in un diritto al lavoro per un altro milione di italiani che non deve scappare all'estero". Il reddito di cittadinanza "riguarderà un milione di pensionati e cinque milioni di poveri". Nel vertice mattutino a Chigi sono stati sciolti gli ultimi nodi, tra cui quello legato al trattamento di fine servizio per i dipendenti statali. "Gli interessi non saranno a carico dei lavoratori, siamo stati abbastanza bravi nel senso che nessun lavoratore ci rimetterà una lira", assicura il leader del Carroccio. Sono stati limati i dettagli del reddito di cittadinanza: arrivano le norme anti-divano per prevenire gli abusi, mentre viene chiarito che la somma verrà elargita su card e, se non spesa nel corso del mese, andrà scalata dal mese successivo. "Vogliamo iniettare quei soldi nell'economia, i cinque milioni di fruitori meritano aiuto, ma è una misura importante anche dal punto di vista economico". Resta qualche dubbio, tra cui quello legato alla clausola di salvaguardia inserita nell’ultima versione del decreto e che prevede una riduzione degli stanziamenti al ministero del Lavoro in caso in cui i costi di quota 100 superino la cifra prevista. "I soldi ci sono, nessuno si vedrà negato il diritto alla pensione", garantisce Salvini mentre Di Maio ribadisce che "quota 100 da oggi è un diritto degli italiani e quando si acquisisce un diritto per me è inviolabile. Non c’è marcia indietro, semmai qualche marcia in avanti quando riusciremo a finanziare quota 41".