la resa dei conti
Migranti e reddito, settimana infuocata per il governo
Nemici amici al governo. Lega e Cinquestelle si stanno per lasciare alle spalle una settimana di passione e si apprestano a viverne un’altra molto calda, fra la questione migranti e il decretone con i due provvedimenti bandiera, il reddito di cittadinanza e quota 100. Certo è che un pò di ruggine negli ingranaggi fra i gialloverdi è rimasta in questi ultimi giorni. Una polemica tira l’altra, e non c’è giorno senza che se ne apra una. In ordine sparso, per citare gli ultimi fronti aperti, lo slittamento del Consiglio dei ministri dedicato a reddito e quota 100, la questione dei migranti al largo di Malta, le trivelle, la legalizzazione della cannabis e, ovviamente, la Tav. Se il vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio, continua a parlare di competizione leale ed esclude uno strappo da Matteo Salvini, il collega leghista non passa giorno senza una rassicurazione sulla tenuta del Governo dopo un inizio d’anno a dir poco teso. Ma, forse, è nell’ordine delle cose visto che già il 10 febbraio si voterà in Abruzzo e il 24 in Sardegna, prima del primo serio ’tagliandò delle elezioni europee di fine maggio. Resta il fatto che la settimana che sta per iniziare si aprirà con un vertice molto atteso. Al Viminale, alle 10.30 di lunedì, arriverà il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos. Un incontro delicato dopo il caso SeaWatch e Sea Eye a Malta. Quando l’Italia accoglierà i migranti in arrivo dall’isola al largo del Mediterraneo? Il ministro dell’Interno, in visita a un gazebo della Lega nel centro di Milano, è netto:«Per quanto mi riguarda, dopo che dall’Italia saranno partiti i migranti che devono essere ricollocati in Europa». Il mantra non è cambiato: «Dobbiamo tornare al centro dell’Europa, politicamente ci siamo e grazie a questo governo siamo tornati centrali. Non a caso, lunedì Avramopoulos viene a Roma per parlare e di solito accadeva il contrario». «Giovedì arriva in Consiglio dei ministri l’approvazione definitiva del reddito di cittadinanza», assicura intanto Di Maio da Porto Torres, in Sardegna, alcuni giorni dopo che Salvini ha chiesto un ’ritoccò per non dimenticare i disabili. E un’altra questione spinosa riguarda la legittima difesa. Su questo punto il capo politico pentastellato fa un’apertura: «Per me prima si approva la legge sulla legittima difesa, meglio è. Non ci sono altre letture, l’ultima lettura è alla Camera», assicura. Parole che arrivano nella giornata dei 30mila a Torino per dire sì alla Tav. In piazza Castello, c’erano anche i leghisti. Ma non il leader del partito di via Bellerio, che confida ai cronisti di aver passato il sabato con i figli a Milano e, nel contempo, punta su un eventuale referendum: «Se non c’è una sintesi all’interno del governo, decidono gli italiani come è giusto che sia». D’altro canto, Di Maio mette acqua sul fuoco: «La presenza di esponenti del Carroccio in piazza? Per me non è una crepa, queste sono due forze politiche che hanno due convinzioni diverse. C’è un contratto di governo. Nessuno toglie il diritto a Lega e M5S di poter manifestare il proprio pensiero».