veleni in parlamento
La manovra è legge tra le polemiche. Moscovici: "Vigileremo su tutto"
La prima manovra del governo gialloverde è legge e porta con sé un coro di soddisfazione da Lega e M5S, e critiche feroci e bipartisan dalle opposizioni. Il tutto sotto lo sguardo vigile di un’Europa che per bocca del commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici manda a dire a Roma: «Ne seguiremo attentamente l’esecuzione». Dopo oltre sette ore di discussioni e voti sugli oltre 200 ordini del giorno, l’aula di Montecitorio ha dato il via libera, con 313 sì e 70 no. Soddisfatto il premier Giuseppe Conte che parla di «stagione di riscatto», mentre il ministro dell’Economia Giovanni Tria scaccia ogni dubbio su una sua prossima uscita dall’esecutivo ed esulta per l’impresa: «Abbiamo rispettato le promesse elettorali ribadendo l’impegno europeo dell’Italia». Il vicepremier Luigi Di Maio scrive sui social di «una legge fatta con il cuore e pensando agli italiani», ma le opposizioni promettono battaglia, parlano senza mezzi termini di una «ferita alla democrazia» e assicurano un’opposizione «durissima» nelle piazze italiane a partire da gennaio. Meno di tre ore dopo l’ok definitivo alla Camera, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge sulla quale restano però alcuni punti interrogativi: dalle tasse sul non profit, agli aumenti sulle tariffe autostradali, fino ai due "pilastri" quota 100 e reddito di cittadinanza, sui quali hanno messo la faccia i due vice premier. Matteo Salvini ha difeso a spada tratta la modifica del sistema pensionistico, Luigi Di Maio ha posto il sussidio per i meno abbienti come condizione necessaria per proseguire l’avventura di governo con i colleghi leghisti. I due provvedimenti sono stati inseriti nella legge senza indugi, ma incertezze restano, e non poche, sui tempi dell’entrata in vigore, sugli effettivi beneficiari e, non ultimo, sulle possibili conseguenze economiche di lungo termine. Le polemiche hanno accompagnato tutto il percorso della legge, con proteste e flash mob dentro e fuori dal palazzo, dai gilet azzurri dei deputati di Fi al canto di "Bella ciao" dei militanti Pd. La tensione è rimasta alta anche quando sul blog delle stelle è stato pubblicato un post in cui i pentastellati lamentavano un «vero e proprio terrorismo mediatico e psicologico» denunciando «una delle più violente offensive nei confronti della volontà popolare perpetrata in 70 anni di storia repubblicana». Il post è rimasto sul blog, prima di essere cancellato, il tempo necessario a far riesplodere la bagarre in aula e ha reso necessario un chiarimento da parte del presidente Roberto Fico che, anche dopo l’approvazione della manovra, ha voluto rispondere alle critiche subite negli ultimi giorni da parte delle opposizioni: «Gli attacchi si sono concentrati soprattutto sulla mia mancata imparzialità e sul fatto che sono il braccio armato della maggioranza e anche questo è assolutamente falso».