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Più tasse sul volontariato. Il governo fa retromarcia sull'Ires: "Cambieremo la norma"

Di Maio e Conte ammettono lo sbaglio in manovra

Dario Martini
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Dopo la rivolta del terzo settore per l'abrogazione dell'aliquota ridotta Ires in favore degli enti non commerciali, arriva la retromarcia del governo. Prima con il vicepremier Luigi Di Maio e poi con lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si tratta dell'emendamento alla manovra che sopprimeva la riduzione del 50% dell'Ires per i soggetti che in molti settori, tra cui assistenza sociale, sanità, beneficienza, istruzione e formazione. Oggi, dopo gli ultimi giorni di proteste e dopo la bocciatura del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, Di Maio assicura: "Quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella legge di bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile. Inoltre, abbiamo sentito la comunità dei Frati di Assisi, che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima". Poco dopo è intervenuto anche il premier Conte con un post su Facebook: "Le iniziative di solidarietà degli enti non profit anche alla luce del principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per un'efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della persona. Il governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin dall'inizio ha dedicato grande attenzione. Per questo in merito alla norma sull'Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale".

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