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Manovra, pensioni e reddito di cittadinanza restano fuori. Per ora

Taglio Imu sui capannoni e centri per l'impiego, ecco tutti gli emendamenti del governo

Davide Di Santo
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Il pacchetto di emendamenti al ddl bilancio, scritto da governo e relatori, è stato presentato. Ma reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni non ci sono. È composto da 56 proposte che saranno esaminate a partire dalle 18 di oggi in commissione Bilancio alla Camera (lo stesso orario è stato fissato per la presentazione dei sub emendamenti). I lavori dovrebbero proseguire anche questa notte, domani a partire dalle 10 e martedì (non oltre le 14). Il giorno successivo il provvedimento è atteso in aula. I termini per la presentazione degli emendamenti al ddl bilancio sono scaduti quindi, per trattare i due pilastri dalla manovra (riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza) "a questo punto se me parla al Senato". Lo afferma il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, parlando al Gr1 Rai. OLTRE 50 EMENDAMENTI - L'esecutivo ha presentato in commissione Bilancio della Camera un pacchetto di oltre 50 emendamenti: si va dal raddoppio (dal 20 al 40%) della deducibilità ai fini Irpef e Ires dell'Imu sui capannoni industriali, misura spinta dalla Lega, al potenziamento degli organici dei centri per l'impiego con 4mila assunzioni, primo passo verso l'introduzione del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia M5s, ancora in via di definizione. Arriva anche una norma contro chi fa il furbo per accedere alla nuova flat tax al 15% riconosciuta alle partite Iva con ricavi o compensi fino a 65mila euro: tra i soggetti esclusi dall'imposta sostitutiva rientrano anche "le persone fisiche nei casi in cui l'attività sia esercitata prevalentemente" nei confronti di datori di lavoro con i quali il soggetto ancora lavora o ha lavorato nei due anni d'imposta precedenti. Lo stop alla flat tax è previsto anche se i rapporti di lavoro erano o sono intrattenuti nei confronti di soggetti "direttamente o indirettamente riconducibili" al vecchio datore di lavoro. Prorogate le concessioni del Superenalotto e del Bingo. Così come sono destinate nuove risorse al taglio delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie (da 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 a 150 milioni per il 2019, 100 milioni per il 2020 e 100 milioni per il 2021) e sono previste agevolazioni a favore delle piccole farmacie: quelle con un fatturato annuo Ssn inferiore a 150.000 euro saranno esclude dall'ambito di applicazione delle percentuali di sconto operate dal Ssn verso le farmacie convenzionate. In arrivo più fondi per la sicurezza urbana e per la ricerca. QUOTA 100 E REDDITO DI CITTADINANZA - Nel primo pacchetto di emendamenti depositato dall'esecutivo non c'è traccia delle modifiche attese sulla famiglia e il taglio delle pensioni d'oro. Il governo potrebbe presentare una seconda tranche di proposte ma, almeno per quanto riguarda le pensioni, è probabile che alla fine si decida di rinviare tutta l'operazione, compresa quota 100 per il superamento della riforma Fornero, al Senato. Così come ha lasciato capire il presidente della commissione Bilancio, Claudio Borghi, che ha chiarito che alla Camera non c'è più tempo per intervenire. Non è escluso, tuttavia, che alcuni ritocchi possano ancora arrivare a Montecitorio, magari nel passaggio in Aula, e questo potrebbe essere oggetto di un nuovo vertice politico che dovrebbe svolgersi entro domani. LE SCADENZE E IL BRACCIO DI FERRO CON BRUXELLES - Il governo è impegnato in un duro braccio di ferro con Bruxelles per evitare la procedura d'infrazione e, nonostante i toni più distesi e le aperture, l'Unione europea ora vuole vedere un impegno concreto da parte italiana per andare incontro alle richieste avanzate, ovvero uno sforzo per portare l'asticella del deficit/Pil intorno al 2%. Molto dipenderà quindi dalla rimodulazione delle due misure cardine, ovvero reddito di cittadinanza e quota 100, di cui ancora non c'è traccia in Manovra e che sono al centro della trattativa tra i due soci di maggioranza. In attesa delle decisioni politiche, i lavori della commissione alla Camera riprenderanno stasera e proseguiranno domani a oltranza a partire dalle 10 con l'obiettivo di arrivare a licenziare il provvedimento martedì e consentire l'approdo in Aula, già slittato più volte, mercoledì. Il timore nella maggioranza è che i tempi possano allungarsi ulteriormente "e noi - spiega un 'big' della Lega - sabato abbiamo la manifestazione a Roma...".

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