braccio di ferro

Inceneritori, la lite continua. Di Maio contro Salvini: "Roba vintage"

Carlo Antini

«Parlare di inceneritori oggi è come parlare della cabina telefonica con il telefono a gettoni. Qualcuno può essere ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane». Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, a Pomigliano d’Arco (Napoli) per la prima tappa del suo tour campano che oggi culminerà nella firma di un protocollo sulla Terra dei fuochi nella Prefettura di Caserta. «Abbiamo fatto un contratto di governo oltre 6 mesi fa - ha ricordato Di Maio - e quando ci vediamo e ci mettiamo al tavolo alla fine si va sempre avanti». Sul tema degli inceneritori sollevato da Matteo Salvini, Di Maio ha ricordato che «per fare un inceneritore non ci vuole un giorno ma anni e anni. Negli anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro invece di guardare al passato, dobbiamo investire sulla differenziata perché si creano più posti di lavoro. Siamo al 50% e in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue», ha concluso Di Maio. Non tarda la replica del ministro dell'Interno Salvini: «Se gestiti bene e controllati bene, i termovalorizzatori portano più salute ed economia. E quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti. Non voglio un Paese che torni indietro». «I rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza, energia e acqua calda. A Copenaghen inaugureranno inceneritori con pista di sci e una parete di arrampicata mentre altrove solo musei», ha aggiunto.