governo ad alta tensione
Rifiuti, la "mezza pace" di Caserta. Salvini diserta la conferenza stampa
Sorrisi, voglia di soluzioni «condivise» e photo opportunity. Ma anche l’assenza pesante di Matteo Salvini in conferenza stampa e una temperatura che rimane oltre i livelli di guardia. Ufficialmente il blitz del governo a Caserta per firmare il Protocollo d’intesa per la Terra dei fuochi, doveva essere il momento per ricompattare la maggioranza dopo le scintille sugli inceneritori tra il leader del Carroccio e l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. In realtà non sembra esserci ancora una totale sintonia, anche se il vuoto davanti ai giornalisti è giustificato dalla cena al Quirinale già annunciata. In mattinata il leader pentastellato aveva lasciato poco spazio sulla propria idea: «Oggi parlare di inceneritori è come parlare della cabina telefonica col telefono a gettoni, qualcuno può essere anche ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane», assicurando però che «alla fine tutte le diversità di vedute nel governo si superano». Dal canto suo Salvini aveva replicato spiegando che la Lombardia non tornerà indietro sugli inceneritori, perché «se gestiti e controllati bene, portano più salute e più economia». Il viaggio in Campania serve allora per un nuovo confronto, che sfocia in una nota congiunta Conte-Di Maio-Salvini, dove spiegano, senza entrare nei particolari, che «il governo lavora a una soluzione condivisa e senza polemiche. L’obiettivo è sempre la tutela della salute e del territorio». Il progetto punta sul rispetto del sacro contratto di governo e sulla completa economia circolare. In conferenza stampa manca il leader leghista, come già detto, ma Conte ribadisce: «Salvini ha assunto una posizione, ma l’azione di governo è chiara». Fonti leghiste confermano che la volontà di rispettare il contratto va accompagnata alla necessità di rispondere ai problemi concreti e improvvisi. Tutto chiuso? Forse. Perché se il ministro dell’Interno, nel frattempo rientrato a Roma per calzare il suo smoking, assicura di essersi chiarito con Di Maio, chiede infatti «un’alternativa agli inceneritori». Si guarda addirittura alla Danimarca, dove si recherà a breve per toccare con mano un moderno termovalorizzatore che prevede anche una pista da sci sul tetto. Al momento, però, il problema rifiuti è tutto italiano e il protocollo per la Terra dei Fuochi è un primo passo. Per Conte «l’obiettivo ben preciso è quello di tutelare la salute delle popolazioni che vivono in questo territorio», mentre Di Maio pone l’accento sul lavoro interministeriale per fermare il traffico «della criminalità organizzata». Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, rilancia quindi un «nuovo modello di salvaguardia ambientale», con una roadmap nitida. Gli ambiti sono salute, tutela ambientale, presidio del territori, con «25 misure di prevenzione, oltre a quelle che andranno a coprire l’incendio dei rifiuti». Il governo è in prima linea, tanto che Di Maio assicura: «Controlleremo e chiuderemo le aziende abusive che producono scarti di contraffazione che venivano bruciati o interrati». Basta Terra dei fuochi insomma ma, come dice davanti ai cronisti Conte, sì alla « terra dei cuori». Per l’amore politico tra Luigi e Matteo meglio ripassare, invece.