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Il canone fa ricca la Rai. Ma lo spreco continua

Corte dei Conti: bilancio ok con l'abbonamento in bolletta ma l'azienda spende male

Antonio Sbraga
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Dopo l'emersione dei furbetti del canone (un'isola degli evasori popolata da ben 6 milioni e 600 mila scrocconi dell'etere fino a 2 anni fa), in un colpo solo il numero degli abbonati è cresciuto del 43%, con un conseguente incremento dei ricavi di 272 milioni di euro, che ha riportato in utile il bilancio della televisione di Stato. Però la cura da cavallo per la statua equestre-simbolo dell'azienda di Viale Mazzini ancora non basta perché «questa Corte rappresenta la necessità, già peraltro evidenziata nei precedenti referti, che l'azienda ponga in essere ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare residue inefficienze e sprechi, proseguendo, laddove possibile e conveniente, nel percorso di internalizzazione delle attività e concentrando gli impegni finanziari sulle priorità effettivamente strategiche, con decisioni di spesa strettamente coerenti con il quadro di riferimento ed un maggiore contenimento dei costi, soprattutto quelli della produzione», avvertono i giudici contabili nella relazione sulla gestione finanziaria della Rai Radiotelevisione italiana.  RITORNO IN UTILE  Perché, se è vero che l'esercizio 2016 «presenta un utile netto di 4,2 milioni di euro, in miglioramento rispetto alla perdita di 45,9 milioni di euro registrata nel precedente esercizio 2015», ciò è però «dovuto fondamentalmente al nuovo sistema di riscossione del canone ordinario, che ha consentito un significativo recupero dell'evasione». Ossia grazie all'addebito del canone dell'abbonamento Rai direttamente sulla bolletta dell'energia elettrica di tutti gli italiani. Proprio l'introduzione di questo «nuovo sistema di incasso ha fatto registrare un significativo incremento dei paganti, che risulta stimabile - sulla base degli incassi di competenza 2016 comunicati a Rai dalla Ragioneria dello Stato - in... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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