il caso
"Giornalisti puttane" al contrattacco, querele per Di Maio e Di Battista
Sciacalli? Puttane? Arriva la denuncia. Dopo gli insulti di Luigi Di Maio ed Alessandro Di Battista rivolti alla categoria dei giornalisti Francesco Viviano, illustre firma di «Repubblica», passa alle carte bollate e querela i due esponenti del Movimento 5 Stelle presso la stazione dei Carabinieri di Ustica. La foto dell’atto è postata sul profilo Facebook del giornalista, e si legge come ritenga «diffamatorie» le parole dei due. Viviano scrive: «dichiarazioni e affermazioni, quelle di Di Maio e Di Battista, rilanciate e ribadite attraverso tv, giornali, radio e social, che offendono la categoria e me personalmente quale giornalista. Per questi fatti querelo e chiedo di essere informato in caso di richiesta di archiviazione». Nel post che accompagna la foto il giornalista spiega, rivolto ai colleghi: «Basta parlarci tra di noi, passiamo ai fatti: ho ricevuto e continuo a ricevere querele ed altro. Faccio questo lavoro da decenni anche rischiando molto ma sempre per informare. Quindi ho deciso (la prima volta in vita mia) di querelare Di Maio e Di Battista per le frasi offensive nei confronti dei giornalisti che ancora credono e fanno questo lavoro». In chiusura, l’invito ai colleghi: «Fatelo anche voi». Raggiunto al telefono dal Tempo, ribadisce il concetto: «È la prima volta che faccio una querela. Io in decenni di lavoro ne ho ricevute tantissime, ho affrontato e affronto processi per diffamazione, sono stato anche condannato. In questo caso, però – racconta - sono io ad essere andato dai Carabinieri». E aggiunge che quelle di Di Maio e Di Battista sono «dichiarazioni aberranti, che mi hanno fatto arrabbiare». Non è certo la prima volta nella storia del confronto pubblico che si verifica uno scontro molto aspro tra una parte politica e il mondo dei media, però l’impressione è che stavolta si sia passato il segno. Viviano condivide: «Gli scontri con la politica ci sono sempre stati, fa parte del gioco. Che noi giornalisti riceviamo critiche ci sta pure...anzi, dico che se noi sbagliamo dobbiamo essere criticati. Però queste espressioni sono incredibili, neanche Berlusconi era mai arrivato a tanto». Chiediamo a Viviano se Di Maio e Di Battista siano in qualche modo figli del sistema che accusano: «Sì. Mi pare che Di Maio sia pubblicista, e Di Battista scrive per il Fatto Quotidiano da freelance. Evidentemente, non accettano critiche». E spiega, Viviano come la veemenza dei due «centravanti» grillini sia ingiustificata: «Cosa c’entrano i giornalisti con le indagini a carico di Virginia Raggi? Quelle le ha condotte una Procura che ha ritenuto di dover agire in questo modo...». Tuttavia, facciamo notare, il Movimento 5 Stelle accusa la stampa di un atteggiamento strumentale su tutta la vicenda. «È una chiave di lettura che non condivido», dice Viviano, che sull’esito della sua iniziativa si mostra cauto: «Sono curioso di vedere cosa accadrà – spiega - credo che gli atti verranno trasmessi dalla procura di Palermo a quella di Roma. Ora voglio vedere che succede».