Prescrizione, c'è l'accordo M5S-Lega. Ma slitta di un anno
Rissa in Commissione. Il ministro Bonafede: "In vigore dal 2020 ma il provvedimento non cambia"
La riforma della prescrizione si farà, le nuove norme saranno inserite nel ddl anticorruzione all'esame della Camera ma entreranno in vigore a gennaio del 2020. Dopo giorni di tensione tra M5s e Lega, è in un vertice a Palazzo Chigi convocato di buon mattino dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che si trova un accordo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, alla presenza dei ministri Giulia Bongiorno, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Tanto basta al vicepremier leader dei pentastellati per esultare su facebook: "Ottime notizie! #BastaImpuniti! La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! E entro l'anno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!". Ma a leggere bene le dichiarazioni post vertice dei due contraenti del patto di governo si capisce che l'intesa è di massima, non certo granitica, con i dettagli tutti da definire. Sia Salvini che il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, che per il Carroccio sta seguendo tutto il dossier, sottolineano come la riforma della prescrizione (che i 5 stelle intendono sospendere dalla sentenza di primo grado) sarà, sì, inserita, come chiesto da M5s, nel ddl anticorruzione ma, sono le parole del ministro dell'Interno, "entra in vigore da gennaio del 2020, quando sarà approvata la riforma del processo penale. La legge delega, che scadrà a dicembre del 2019, sarà all'esame del Senato la prossima settimana". Il ministro della Giustizia Bonafede parla però di prescrizione e riforma del processo come due binari paralleli: "Abbiamo concordato sul fatto che la prescrizione, per funzionare, deve entrare in un processo breve e dalle spalle larghe, quindi a breve depositeremo una legge delega in materia con l'obiettivo che sia già in vigore quando la riforma della prescrizione avrà la sua prima applicazione". Insomma ci sono tutte le premesse affinché l'iter parallelo del ddl delega sul processo penale al Senato e del ddl anticorruzione/prescrizionealla Camera sia foriero di nuove tensioni e ricatti all'interno della maggioranza. Ma oggi nessuno ha voluto far saltare il banco. La battaglia sarà nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia di Montecitorio dove in questi giorni, tra rinvii e attese infinite di accordi politici, il clima è stato sempre incandescente: questa mattina la maggioranza ha approvato l'ampliamento del perimetro del ddl anticorruzione alla materia della prescrizione. Tra le proteste dell'opposizione che è stata ricevuta anche dal presidente della Camera, Roberto Fico. La terza carica dello Stato, alla luce di queste novità, ha concesso una settimana di tempo in più per l'esame nelle Commissioni (il ddl andrà in aula lunedì 19 anziché il 12) ma sugli aspetti procedurali contestati dalle minoranze ha fatto da sponda a M5s: nella lettera inviata ieri ai presidenti della commissioni Giuseppe Brescia e Giulia Sarti, Fico ha spiegato infatti che non era necessario convocare la Giunta per il regolamento come chiesto da Pd e Fi perché le commissioni in sede referente avrebbero potuto abbinare due proposte di legge, come già accaduto in passato, per ampliare la materia dell'anticorruzione alla prescrizione. E oggi durante la conferenza dei capigruppo che ha messo a punto il nuovo calendario l'opposizione ha appreso che con il voto di questa mattina si era inteso abbinare il ddl anticorruzione del governo alla proposta di legge numero 765 in materia di prescrizione del deputato M5s Andrea Colletti (la strada di ampliare la materia attraverso l'ormai famigerato emendamento dei relatori non è stata ritenuta praticabile dagli uffici della Camera). Ironia della sorte Colletti è stato l'unico pentastellato oggi a scagliarsi contro l'accordo siglato tra M5s e Lega sulla prescrizione: "Un errore politico - lo ha definito su facebook - perché, dopo la pantomima di 'presentiamo l'emendamento/non lo presentiamo' significa lasciare ancora più spazio ai voleri della Lega (e del suo alleato Berlusconi)". La pdl Colletti prevede che il corso della prescrizione venga sospeso dal rinvio a giudizio, stessa posizione espressa ieri da Alessandro Di Battista. Mentre la posizione di Bonafede (e dell'accordo al vertice di stamattina) è di sospendere la prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Posizione che con ogni probabilità sarà tradotta in un nuovo emendamento dei relatori Francesca Businarolo e Francesco Forciniti al testo allargato.