Ira Salvini: "Non passo per scemo"

Il leader della Lega sbotta: "Conte leggeva e Di Maio scriveva". Domani Cdm ad alta tensione

«Di Maio ormai non tiene più i suoi...», dice a mezza bocca un big leghista, molto preoccupato da come si stanno mettendo le cose nel governo. Il dl fiscale è diventato una vera e propria mina vagante. Dopo lo scontro di ieri che ha portato la maggioranza a un passo dalla rottura, stamattina il clima sembrava essere migliorato («Mica faremo cadere il governo sul condono a chi ricicla», ha assicurato Luigi Di Maio, rispondendo a un'intervista di Giancarlo Giorgetti che paventava lo strappo sulla pax fiscale) ma, raccontano, si è trattato solo di un apparente schiarita: la tensione è tornata di nuovo altissima nel primo pomeriggio. «Li sentirò tutti ma comincio ad arrabbiarmi, perché in quel Cdm Conte leggeva e Di Maio scriveva il decreto», sbotta un Salvini sempre più irritato dai grillini che avverte in diretta Fb: «Io per scemo non ci passo, sono molto paziente, ma anche la pazienza ha un limite...». Sono in giro per la campagna elettorale in Trentino, non mi fermo un attimo, e poi devo sentirmi dire che io voglio il condono, non è certo un mio problema se ora i grillini si accorgono che il testo non gli va bene, si sarebbe sfogato in privato il segretario del Carroccio, riferiscono, con chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore. Al ministro dell'Interno non sarebbe affatto andata giù la storia della 'maninà e gli avrebbero dato fastidio, in particolare, le ultime uscite di Di Maio di ieri (secondo alcune ricostruzioni) e le parole (su Twitter) del sottosegretario ai Trasporti pentastellato, Michele Dell'Orco (« Salvini se ne faccia una ragione, è al governo con M5S e non con Berlusconi, ognuno rimetta le manine a posto e torniamo sul giusto binario intrapreso fino a ieri»). Calato di nuovo il gelo, allo stato, non ci sarebbero stati contatti telefonici tra i due leader, ma non è escluso un chiarimento per evitare che la situazione possa precipitare, forse domani prima del Cdm.