LA CORSA ALLA SEGRETERIA
Pd, Zingaretti lancia la candidatura: "Basta con l'Io, torniamo al Noi"
La vecchia sinistra, il vecchio Pd si è stretto tutto attorno a Zingaretti per sostenere la sua candidatura alla guida del Partito Democratico. Da Gentiloni a Franceschini, passando per Pinotti, Fassino, Poletti fino a uno dei competitor alla corsa per la segreteria del Pd, Matteo Richetti, molti big del Partito Democratico si sono ritrovati questa mattina a Piazza Grande, l’evento voluto e organizzato da Nicola Zingaretti per lanciare la sua candidatura. Una mattinata all’insegna dell’ascolto di diverse esperienze di associazioni e volontari, aperta dall’intervento dalla figlia di Martin Luther King, Bernice King, che ha ricordato: "Quando mio padre vinse il Nobel per la pace disse che la risposta alle problematiche morali del nostro tempo, è la non violenza. È l’unica possibile risposta all’oppressione, all’ingiustizia e alla violenza. Per lui la non violenza era era l’unica via per arrivare a una comunità più umana e pacifica. L’unica possibile risposta all’odio è l’amore". Poi è toccato all’ex premier Paolo Gentiloni rivolgere il suo appello all’unità per il congresso contro i sovranismi. A chiudere il protagonista Nicola Zingaretti, che, appena salito sul palco, ha prima dovuto "subire" un'agguerrita contestazione di un gruppo di animalisti. Il discorso del candidato alla segreteria è stato interrotto per un quarto d’ora. Con cartelli e volantini lanciati in aria gli animalisti hanno fatto irruzione capeggiati da Walter Caporale. Al centro della loro protesta, si leggeva sul volantino, un emendamento alla legge regionale 55/2018 "Disposizioni per la semplificazione dello sviluppo regionale" che secondo gli animalisti avrebbe aperto la caccia nelle aree protette e permetterebbe di costruire nelle aree protette. Per riuscire a portarli via gli animalisti il servizio d’ordine dell’evento ha impiegato quasi un quarto d’ora. Dal palco Zingaretti si è rivolto così ai contestatori: "Noi siamo qui perché non vogliamo che la politica diventi questa sceneggiata. Chi non rispetta le idee degli uomini non è nemmeno in grado di difendere gli animali. Vi dovreste vergognare e andare anche da qualche psichiatra!". Dalla platea intanto si sono alzate le urla contro i contestatori: "Buffoni! Fuori! Scemi!". Nel parapiglia è stata spintonata anche l'ex ministra Paola Pinotti. Mentre gli animalisti hanno denunciato che una volta trascinati fuori sono stati "picchiati" da gente del Pd. Finito il caos, Zingaretti ha potuto proseguire nella sua arringa. "La prima rivoluzione che riguarda tutti noi è dire basta con l’illusione dell’io e ritrovare la bellezza del noi - ha detto il governatore della Regione Lazio- Noi, perché la forza di una comunità e di un partito non si può rinchiudere nella forza anche straordinaria di un leader ma ha bisogno di altro. Abbiamo rischiato di essere subalterni nella confusione tra la parola democrazia ed egocrazia. Dobbiamo scommettere nella forza di un campo ricco e collegiale su talenti che si affermano con la loro forza, dobbiamo tornare a credere nelle opinioni che contribuiscono a crescere. Trovo insopportabile in una pratica concentrata contro le persone che le idee le esprimono. Dobbiamo riscoprire il valore della fiducia che produce qualcosa di nuovo e se non c’è fiducia l’incontro delle diversità porta allo scontro e ci indebolisce. Dobbiamo rigenerare un campo - ha sottolineato -, dobbiamo rimettere al centro le persone prima dei leader, che si organizzeranno in forma nuova dentro questo campo che dobbiamo iniziare a costruire». Poi gli attacchi al governo Salvini-Di Maio, con la parola vergogna ripetuta più volte. "Dobbiamo investire sul capitale umano e dico, con grande serenità, dobbiamo smetterla di credere in questo annullare le persone nei luoghi della politica dov’è diventano solo numeri tessere e tifosi, a noi questo non serve più se è mai servito. Per cambiare la storia italia non illudiamoci dovremo combattere e avremmo un immenso bisogno di questa comunità combattiva che sarà convinta se sarà protagonista nel dire e nel decidere», ha detto Zingaretti. La chiusura è dedicata al programma e all’Europa: «serve una nuova piattaforma economica che chiamo la nostra economia giusta. L’economia giusta fondata sul dovere di crescere e redistribuire la ricchezza all’insegna della equità. Noi siamo i migliori a crescere e i più testardi a cercare l’equità" e per l’Europa serve "cambiarla con alleanze e un accordo chiaro che parta dagli Stati Uniti d’Europa e dall’elezione diretta del presidente".