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Meno tasse sugli affitti dei negozi

Con la riforma torneranno sul mercato fino a 700mila locali sfitti. Tra le ipotesi la limitazione ai nuovi contratti. Estesa a tutti costerebbe 900 milioni

Filippo Caleri
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La possibilità di estendere la cedolare secca (una tassa fissa) anche al reddito che si ottiene dall'affitto di un locale commerciale, sulla scorta di quanto avviene già per le abitazioni, si fa strada nella Manovra. La maggioranza parlamentare targata M5s-Lega ha, infatti, chiesto al governo di estendere l'agevolazione anche ai negozi, a partire dai cosiddetti esercizi di vicinato. Questo si legge nella risoluzione sulla Nota di aggiornamento al Def depositata nell'aula del Senato. Si tratta di una misura chiesta a gran voce da anni dalle principali associazioni di proprietari di immobili come la Confedilizia. Ma non sarà una pacchia per chi ha in portafoglio locali destinati al commercio. L'applicazione della tassa fissa sul reddito generato dai negozi dovrebbe essere fortemente limitata e condizionata. Questo per non creare buchi di gettito troppo elevati. Tra le ipotesi allo studio, dunque, ci sarebbe il possibile avvio con gradualità e cioè applicata inizialmente solo ai nuovi contratti stipulati escludendo tutto il carico esistente. Con l'ovvia postilla di non consentire ai proprietari che hanno già accordi di locazione in corso... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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