le scelte dei partiti
I sovranisti ballano sulle ceneri del Pci
Faceva un certo effetto ieri via delle Botteghe oscure, se la si percorreva in direzione dell’Altare della patria: a «sinistra», nell’affollatissima sede del sindacato corridoniano e «di destra» dell’Ugl, Matteo Salvini e Marine Le Pen si ritrovavano per proporre - in vista della sfida elettorale di maggio prossimo - un’Europa sociale, fatta di redistribuzione, di diritto al lavoro e alla pensione; a «destra» invece - dove una volta c’era il Pci, il partitone unico della sinistra, e la libreria Rinascita - il via vai anonimo di un minimarket di una multinazionale e accanto una nota catena di parrucchieri. In questa nemesi della storia sta non solo la presa d’atto di una trasmigrazione di contenuti («Sia la Lega in Italia che Marine in Francia stanno raccogliendo una eredità sociale di una certa sinistra che ha tradito i suoi valori», osservava Salvini secondo il quale «nelle sedi del Pd o dei socialisti francesi entrano più banchieri che operai») ma gran parte di quella ricetta segreta con la quale il leader della Lega ha intenzione di portare «la rivoluzione del buonsenso» dall’Italia all’Europa: «Se in una manovra come quella che stiamo affrontando al centro c’è il diritto al lavoro, alla salute, alla vita e alla pensione, questo viene prima di tutti gli altri ragionamenti», ha affermato ai presenti, riferendosi alle polemiche sul deficit al 2,4% e all’aumento dello spread che ieri ha raggiunto quota 300 e che rappresenta invece «una manovra finanziaria di speculatori». Ciò che è centrale in Italia, dunque, lo può diventare in sede continentale: «Con Marine condividiamo un’Europa che torni a mettere al centro il valore della famiglia, della vita, la dignità del lavoro - questo il ragionamento del vicepremier -. La vera sfida è la lotta alla precarietà, alla disoccupazione, all’infelicità e alle culle vuote». Nasce qui, dunque, quello che è... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI