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Bankitalia critica la manovra, Salvini e Di Maio fanno muro: "Indietro non si torna"

L'avvertimento: "Avrà un impatto modesto e graduale sulla crescita". Spread sull'ottovolante: massimi dal 2013 e poi sotto quota 300

Silvia Sfregola
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Se non è una bocciatura al Def, quella di Bankitalia, poco ci manca. Due delle misure 'simbolo' di questa manovra economica, reddito di cittadinanza e flat tax, "tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo" e quindi "il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi stimiamo che sia contenuto", ha detto in audizione in Parlamento il vicedirettore generale Luigi Signorini. La terza, il cambiamento della Fornero, per Palazzo Koch è da evitare perché "le riforme introdotte negli ultimi venti anni hanno significativamente migliorato sia la sostenibilità, sia l'equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano. È fondamentale non tornare indietro su questi due fronti". Non solo: "Le analisi disponibili sugli effetti delle riforme pensionistiche del passato, che hanno posticipato l'età minima di pensionamento, non consentono di sostenere che nel medio-lungo termine un aumento del tasso di occupazione dei lavoratori più anziani peggiori le prospettive occupazionali dei giovani, soprattutto nel settore privato". Esattamente il contrario di quanto sostenuto poco prima dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, secondo cui la riforma comporta "una temporanea ridefinizione delle condizioni di pensionamento con la creazione di finestre specifiche per consentire alle imprese di assumere nuove persone con nuove profili professionali" ed è necessaria perché il sistema pensionistico attuale "garantisce la stabilità finanziaria di lungo periodo", ammette "ma, nel breve, frena il fisiologico turnover con i giovani che restano fuori e gli anziani che non possono uscire". Potevano non reagire i due vicepremier? No. "Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima si volta si presenti alle elezioni con questo programma - tuona Di Maio - Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. È stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato. Giustizia è fatta. Indietro non si torna". Tira dritto anche Salvini: "Niente e nessuno ci potrà fermare. Andiamo avanti tranquilli, l'economia crescerà anche grazie alla modifica della legge Fornero, un'opera di giustizia sociale che creerà tanti nuovi posti di lavoro". Sono molti però i dubbi sollevati da Bankitalia. Come il fatto che "il disavanzo strutturale resterebbe su un livello elevato per un paese caratterizzato da un alto debito; non lascerebbe molti margini di azione nel caso in cui si rendesse necessario fronteggiare una nuova situazione di rallentamento ciclico". E raccomanda che, nel precisare in dettaglio gli interventi previsti, sarà opportuno evitare che a misure espansive permanenti facciano fronte anticipi di entrate, coperture temporanee o clausole di incerta applicazione". Giudizio negativo anche dalla Corte dei conti, secondo cui "la traiettoria disegnata nel quadro programmatico della Nota non appare rassicurante". Non solo: "Interventi a favore dei trattamenti previdenziali e delle politiche di assistenza che puntino al contrasto della povertà devono essere adottati senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema", avvisa il presidente Angelo Buscema, secondo cui "anche sul fronte delle entrate" serve rivedere il sistema impositivo in maniera "più strutturale" per renderlo "coerente con maggiore equità e con un più favorevole ambiente per la crescita". E cioè "il ripetersi di modalità di prelievo, sanatorie fiscali o mitigazioni del prelievo su limitate tipologie di soggetti, che, pur dettate dall'intento di riequilibrare e, ove possibile, alleggerire l'onere fiscale, può incidere sulla stessa percezione di equità fiscale o introdurre nuove distorsioni nelle scelte adottate nel mondo del lavoro".

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