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Astemio, bigotto, divanista: è l'era dell'homo dimaiano

Luigi Di Maio

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Massimiliano Lenzi
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La storia della civiltà è intrisa da sempre di svariati umanesimi, cangianti a seconda delle epoche. Nell'età di Roma Antica c'era l'homo novus, ovvero colui che giungeva a una delle cariche importanti per primo nella sua famiglia, senza appartenere da sempre alla nobiltà. Poi nel Novecento, con l'avvento del comunismo realizzato, è stata la volta dell'Uomo nuovo sovietico, un soggetto in grado di emergere come dominante tra tutti i cittadini dell'Unione Sovietica, indipendentemente dalle diversità culturali ed etniche. Sempre nel Novecento un'altra figura di umanità specifica si è fatta largo, legata al concetto del filosofo Friedrich Nietzsche: il superuomo. Questa filosofia è stata declinata in vari modi, in Italia ad esempio Gabriele D'Annunzio, poeta e scrittore, ne ha dato una sua personale interpretazione: per il Vate questo superuomo doveva essere poeta, seduttore, guida spirituale, coraggioso e anche avvezzo a non aver timori delle sfide della tecnologia e della sorte, si pensi alla passione per il volo che ebbe D'Annunzio. E oggi? Oggi un umanesimo da XXI secolo si affaccia in Italia, dalle Alpi alla Sicilia, dall'isola dei sardi alle coste indigene lungo il nostro Adriatico: trattasi dell'Homo Dimaiano. Questo uomo nuovo, a 5 Stelle, si ispira alla... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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