Manovra economica, accordo sul deficit. Conte: "Rispetteremo gli impegni"
Il rapporto deficit/Pil scenderà al 2.1% nel 2020 e all'1.8% nel2021
Sei giorni dopo il via libera dal Consiglio dei ministri alla Nota di aggiornamento al Def, il quadro non è ancora chiaro. Di certo c'è che l'Italia tende una mano a Europa e mercati e, con un ulteriore vertice a palazzo Chigi, cambia le stime sul deficit annunciate giovedì scorso: dal 2,4% triennale che aveva suscitato le preoccupazioni delle istituzione europee e infiammato lo spread, il dato viene confermato per il solo 2019, mentre per il 2020 si prevede di scendere al 2,1% e per il 2018 al 1,8%. Come? È il leader pentastellato Luigi Di Maio a ripeterlo più volte nel corso della giornata: nessun taglio alle misure annunciate nel contratto di governo, piuttosto l'effetto combinato di crescita, investimenti, riduzione degli sprechi. «Ci sono le premesse per essere orgogliosi di essere italiani», assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Confermati i punti cardine del contratto: reddito e pensioni di cittadinanza, smantellamento della Fornero, flat tax, riforme che verranno avviate già dal 2019. I due vicepremier, Di Maio e Salvini, assicurano che le coperture ci sono e sono state trovate, senza rivelare dove. Al cantiere della manovra, che arriverà solo tra una decina di giorni ma nel frattempo di fatto ha inglobato quello della nota di aggiornamento al Def, hanno lavorato Conte, Di Maio, l'altro vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, i due sottosegretari al Mef Massimo Garavaglia e Laura Castelli. L'ennesimo vertice necessario per «limare» cifre e numeri. Ma in serata la Nadef non risulta trasmessa in Parlamento, anche se su Facebook Di Maio assicura che invece è stata inviata alle Camere e anche all'Ue. Arriverà giovedì, dicono poi Lega e M5s. Ugualmente al termine della riunione non è ancora chiaro - né ci sono risposte in merito dal ministro Tria - quali siano le stime sul Pil. C'è invece la promessa di ridurre il debito di oltre 4 punti percentuali, arrivando al 126,5% nel 2021. «Abbiamo previsto che il tasso di disoccupazione tenderà ancora a scendere intorno all'8 se non al 7 per cento», sottolinea Conte. Confermata la grande attenzione agli investimenti, con 15 miliardi stanziati nel triennio, per un piano varrà lo «0,2% di Pil nel 2,4%, nel secondo anno 0,3 punti, nel terzo anno 0,4%. Questo descrive la qualità della manovra», assicura il ministro Tria secondo cui «arriveremo a dimezzare il gap di crescita con l'Ue nel primo anno». Sulle cifre dedicate alle varie misure resta qualche incertezza di numeri. La Lega parla di 16 miliardi complessivamente a disposizione, di cui 10 per le proprie misure, il M5s ne rivendica 10 solo per reddito e pensioni di cittadinanza. Più tardi dai due partiti di governo fanno sapere che a disposizione ci sono complessivamente 20 miliardi. Sette vanno sul pacchetto pensioni, «partiremo dall'inizio dell'anno con la piena riforma della Fornero - assicura Salvini -. Senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito». Un miliardo al piano straordinario di assunzioni delle forze dell'ordine. Due miliardi all'avvio della flat tax al 15% che «permetterà a un milione e mezzo di partite Iva di risparmiare 10 mila euro all'anno». Il M5s conta su nove miliardi per il reddito «che partirà nei primi tre mesi del 2019», dice Di Maio e per le pensioni di cittadinanza. Un altro miliardo sarà destinato alla riorganizzazione dei centri per l'impiego. Per le imprese, «rifinanziamo l'iper e il super ammortamento di industria 4.0 - annuncia Di Maio - ma la cosa importante è che ci sarà un abbassamento dell'Ires per le imprese che investono e assumono. Manteniamo la promessa che abbiamo fatto con il decreto dignità». Fondi per i truffati delle banche e tagli invece alle banche: Hanno avuto fin troppe agevolazioni e adesso inizieranno ad averne un po' di meno».