l'annuncio del ministro
Tria anticipa la manovra di bilancio: "Tasse giù per le imprese"
Una manovra che coniughi crescita e stabilità finanziaria, anche perché i due aspetti non possono essere separati. A poche ore dalla nota di aggiornamento al Def che dovrebbe essere varata dal Consiglio dei ministri giovedì 27, il ministro dell’Economia Giovanni Tria prende la parola davanti alla platea di Confcommercio e assicura: «Ho giurato sull’esclusivo interesse della nazione e non di altri. Poi ognuno - ha aggiunto - può avere un’idea dell’interesse della nazione» ma «interpretare bene questo mandato è quello che stiamo cercando di fare». Una difesa contro chi, più o meno velatamente, ha insinuato che il Mef remasse contro ’la manovra del popolò con al centro i cittadini. Ma anche l’assuzione di responsabilità che «sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito Pil». Anche perché «dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi», ragiona l’economista. E al suo segnale i mercati hanno risposto: in mattinata, dopo un avvio in rialzo a 237 punti base, lo spread tra Btp e Bund tedesco ha invertito la rotta e cala a 228 punti base, con il tasso del decennale italiano al 2,81% sul mercato secondario. Un altro messaggio Tria lo manda ai suoi colleghi di governo, che da settimane pressano per spostare l’asticella del deficit/Pil verso il 2% e ottenere maggiore flessibilità da Bruxelles. «Stiamo attenti - ammonisce - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi. Se si perde fiducia sulla stabilità finanziaria nessuno investe, se si crede che domani c’è il disastro nessuno compra i nostri titoli». La ricetta di Tria per la manovra è ormai delineata: «Il primo impegno è dunque sterilizzare le clausole di salvaguardia sull’Iva. È la prima parte della manovra: a questo punto si passa dal non aumento della pressione fiscale a quello che possiamo fare per ridurla su questo ci stiamo muovendo». Nel primo anno, assicura, ci saranno interventi sul piano fiscale a favore delle piccole imprese,negli anni successivi sarà aggredito l’Irpef. «Ci saranno interventi come il reddito di cittadinanza che devono servire a permettere più velocemente la trasformazione del tessuto produttivo che possono creare problemi transitori sul tessuto sociale». Quale sarà la natura della misura, se un potenziamento del Reddito di Inclusione di Gentiloni o quello che chiedono da sempre i M5s è ancora da vedere ma «al di là delle etichette il disegno del governo - prova a tranquillizare il ministro - va in quella direzione». Quanto alle pensioni, è in arrivo la riforma della Fornero e quota 100, con una combinazione età + contributi ancora da scrivere, perché bisogna risolvere «alcune difficoltà che si sono trovate nell’applicazione della Fornero, bisogna accompagnare l’uscita dalle imprese di un personale che è diventato molto anziano a favore dei giovani. La famosa staffetta generazionale non riguarda l’età ma le competenze». Insomma, obiettivo del governo «è eliminare il divario tra la crescita italiana e quella del resto d’Europa, vogliamo ridurlo nel primo anno e poi arrivare a rimuoverla del tutto». Mission impossible? «Sono ottimista - sorride il ministro -nonostante quello che si dice sui giornali cercherò di fare del mio meglio».