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Berlusconi scende in campo di nuovo: "Penso di candidarmi alle Europee"

Il leader di FI parla anche di manovra di bilancio e Unione Europea

Carlo Antini
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Silvio Berlusconi si riprende la scena per garantire che si candiderà alle elezioni europee di primavera e per assicurare che il centrodestra è una alleanza «definitiva» per il futuro dei tre partiti che la compongono, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. In poco meno di un'ora di intervento alla convention "L'Italia e l'Europa che vogliamo" organizzata da Antonio Tajani, il presidente di Forza Italia preferisce non leggere il lungo discorso che aveva preparato e distribuito. A Fiuggi, il Cavaliere parla a braccio quando bacchetta Matteo Salvini, colpevole di aver derubricato il "vecchio" centrodestra ad accordi validi solo sul fronte locale, e non su quello nazionale. «La coalizione di centrodestra è l'opzione definitiva di questi tre partiti nel futuro. Poi il signor Salvini ha delle uscite che non sono gradevoli, accettabili da parte nostra», scandisce Berlusconi. «Forse la scusa è che deve tentare di non far scoppiare un diverbio assoluto coi 5 stelle; quel diverbio che noi auspichiamo e aspettiamo presto», continua il presidente di FI. E a chi gli chiede se intende candidarsi a Strasburgo, prima di lasciare la convention, risponde: «Penso di sì. È quello che mi chiedono tutti. Se dobbiamo salvare l'Italia bisogna cominciare a fare le cose sul serio». Respiro lievemente in affanno, il leader di FI, 82 anni tra una settimana, accusa un lieve calo di pressione dopo l'intervento ma, durante il discorso, non manca però di far sentire la sua voce nel lanciare un nuovo duro attacco al Movimento 5 Stelle. I «grillini» rappresentano, sostiene, un «pericolo» più grande del comunismo (per «ignoranza, incompetenza, invidia e odio sociale»), «attentano alla libertà» delle imprese e dei cittadini, con le nazionalizzazioni, e con la proposta di vietare le pubblicità delle partecipate statali su giornali e tv che, se fosse attuata, «farebbe chiudere Mediaset il giorno dopo». L'ex premier se la prende soprattutto col portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, per l'audio in cui chiede ai cronisti di far trapelare che, se il Tesoro non troverà i fondi per introdurre il reddito di cittadinanza, partirà una «mega-vendetta» sui funzionari del ministero. «Francamente in una democrazia, con le regole di una democrazia, il signor Casalino dovrebbe stare già fuori con la valigia in mano», sostiene Berlusconi. Ma il Cav non risparmia sferzate anche gli alleati leghisti, che - ricorda - il 4 marzo scorso sono stati eletti dopo essersi presentati agli elettori con un programma «per il 95 per cento» scritto da FI. Sul fronte manovra, assicura, tra i leader europei la preoccupazione è massima. «Se alzassimo il deficit e l'Europa dovesse respingerla, lo spread salirebbe e sarebbe un disastro», avverte. Uno scenario catastrofico a cui il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio replica con ironia citando il Massimo Troisi di «Non ci resta che piangere»: «Sì sì, mo me lo segno». «Il capo di Mediaset politicamente ha fatto il suo tempo, oltre ad aver fatto solo danni», sostiene il vice premier pentastellato. «Il suo tentativo di cercare ancora visibilità è ridicolo e va compatito». «Io ridicolo? A Di Maio dico che è meglio che si rivolga al portavoce Casalino», contro-replica Berlusconi, che, a Fiuggi, il «manifesto della libertà» in cui si chiede una «grande mobilitazione delle coscienze, come nel 1994». Il fondatore di FI torna a chiedere un rinnovamento nel suo partito, con apertura all'Altra Italia e alle formazioni civiche, e congressi fatti di «proposte e non recriminazioni». Nel dibattito sullo stato di salute del centrodestra interviene anche Giorgia Meloni. «Non ho chiesto a Salvini di rompere subito con i 5 stelle. Penso che gli italiani non sarebbero d'accordo a tornare subito a nuove elezioni. Penso che prima bisogna fare un lavoro di ricostruzione di questa metà campo e le cose arriveranno da sé», dice il presidente di Fratelli d'Italia, chiudendo Atreju. «Noi abbiamo sempre detto che il centrodestra non si può semplicemente assemblare: noi dobbiamo riformarlo - aggiunge - dobbiamo costruire insieme a partire da quello che in Italia manca, ossia un grande movimento, un partito dei conservatori e dei sovranisti che metta al centro l'interesse nazionale italiano, l'identità italiana, il concetto di patria, di nazione e mi piacerebbe che ci lavorassimo insieme. Noi come Fratelli d'Italia siamo disposti a rimetterci in gioco: il centrodestra ha bisogno di una forza che sia in grado di raccogliere anche quelli che dalla Lega non si sentono così rappresentati. Quando saremo pronti potremo liberare Salvini dall'abbraccio col M5S e ridare all'Italia un governo che sia frutto non di un accordo posticcio dopo le lezioni, ma di una battaglia condotta insieme in campagna elettorale». «In Parlamento - conclude - lavoriamo per far valere le posizioni del centrodestra. E anche sulla manovra economica abbiamo detto a Salvini che siamo disponibili a dargli una mano, ma la Lega deve battere un colpo».

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