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Il ministro del Lussemburgo attacca Salvini: "Fascista". Il vicepremier: "Li accolga lui"

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini

Silvia Sfregola
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Nuovo scontro tra Matteo Salvini e Jean Asselborn. Dopo il battibecco de visu sui migranti, venerdì, durante il vertice europeo di Vienna, gli attriti non sembrano essersi assopiti con i due ministri che si sono attaccati nuovamente a distanza. «Salvini usa metodi e toni dei fascisti degli anni Trenta» e lo scontro verbale alla ministeriale Ue di Vienna è stata «una provocazione calcolata», ha affermato il ministro degli Esteri e dell'Immigrazione lussemburghese, intervistato al sito dello Spiegel. Asselborn ha rivelato di non essere stato al corrente che il dibattito fosse trasmesso in diretta. Se si trasmettono questo tipo di riunioni, ha lamentato, «non ci potrà mai più essere un dibattito franco». Asselborn, protagonista del duro botta e risposta sui migranti con Salvini a cui ha ricordato come in passato migliaia di italiani fossero emigrati in Lussemburgo, ha sostenuto che l'attacco è stato cercato dal titolare del Viminale per poi dargli visibilità mediatica: i suoi assistenti, ha raccontato, «si piazzano nelle sale in posizioni strategiche e riprendono sistematicamente tutto quello che dice Salvini». Dura la replica di Salvini. «Il ministro socialista del paradiso fiscale Lussemburgo, dopo aver paragonato i nostri nonni emigranti italiani ai clandestini di oggi, dopo aver interrotto un mio discorso urlando 'merdà, oggi mi dà del 'fascistà», ha premesso il ministro dell'Interno italiano, su Facebook. «Ma, dico io, che problemi hanno in Lussemburgo? Nessun fascismo, soltanto rispetto delle regole - ha puntualizzato -. Se gli piacciono tanto gli immigrati che li accolga in Lussemburgo, in Italia ne abbiamo già accolti troppi». Dello scontro con Asselborn, Salvini aveva parlato anche in un comizio di partito a Fano, ieri sera. «Ieri non ero io che mi sono arrabbiato, già fa ridere il partito socialista operaio del Lussemburgo... hanno più banche che operai - aveva detto -. Io ho solo detto che le sostituzioni etniche non mi piacciono, questo urlava, mi ha staccato il microfono e ha finito con un signorile merde». «Hanno capito che il loro tempo è finito e che stanno tornando i valori veri, che non sono la finanza», aveva concluso.

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