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Consob, si dimette il presidente Nava

Esulta la maggioranza che premeva per un presunto conflitto di interessi

Carlo Antini
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Il gesto di «sensibilità istituzionale» chiesto da Lega e M5S al presidente della Consob, Mario Nava, alla fine è arrivato. Nava ha presentato nella serata di giovedì le dimissioni alla Commissione per la Borsa, riunita d'urgenza, che ha deciso di accettarle con «rammarico». I due partiti di maggioranza contestavano al presidente dell'Authority per i mercati il distacco dagli uffici tecnici della Commissione europea, che secondo loro sarebbe incompatibile con la guida della Consob. Nava, convinto europeista indicato dal precedente governo Gentiloni prima dell'ultimo Natale ma entrato in carica ufficialmente solo lo scorso 16 aprile, scivola proprio sul suo ruolo in Europa. E alla Commissione parla in maniera durissima: «La questione legale della mia posizione amministrativa è stata decisa e validata da ben quattro istituzioni, Commissione europea, Presidenza del Consiglio, Presidenza della Repubblica e Corte dei Conti, e non necessita miei commenti ulteriori. La questione è quindi solo politica». Anche perché, sottolinea l'ormai ex presidente, la Consob «è indipendente, ma non può essere isolata. Consob deve poter lavorare non solo con le altre autorità indipendenti, ma anche con le istituzioni politiche». Da mesi la maggioranza premeva per un passo indietro di Nava per presunto conflitto di interessi e il sospetto di essere protetto dalle «lobby», come rilanciato dai M5S Laura Bottici ed Elio Lannutti. E dopo la nota i deputati M5S della commissione Finanze esultano: «Apprendiamo con soddisfazione la decisione di Mario Nava di rassegnare le dimissioni da Presidente della Consob. Un atto dovuto, conseguente al contributo informativo e alla pressione che, senza mai fermarci, abbiamo realizzato in questi mesi». Il successore? Per il vicepremier Luigi Di Maio sarà «un servitore dello Stato e non della finanza internazionale. Volteremo pagina assicurando alla Consob un presidente che possa esercitare pienamente e liberamente il suo ruolo».

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