Pensioni, parte la rivoluzione. Salvini: "Quota 100 anticipata a 62 anni"
Il ministro rilancia la modifica della legge Fornero e punta ad abbassare la soglia
Cancellare la Legge Fornero, pensione a quota 100 con 62 anni e, soprattutto, una pace fiscale che può fruttare 20 miliardi di euro. Matteo Salvini presenta a Porta a Porta il suo manifesto economico. La ricetta leghista per le pensioni prevede un'età più bassa per smettere di lavorare. "Quota 100 con 64 anni? No, è assolutamente troppo alto. Io ho chiesto al massimo 62", afferma Salvini, per poi annunciare che la pace fiscale produrrà 20 miliardi, "e non 3 come ha detto Tria". Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, dal canto suo, è appunto molto più cauto. Certo, si dice favorevole ad un primo raggruppamento e ad un abbassamento delle aliquote Irpef, ma il problema è che bisogna "essere molto graduali". Intervistato alla Confartigianato Summer School, il responsabile dei conti pubblici ha spiegato che sta provando ad equilibrare le diverse richieste scritte nel contratto di governo. Nell'esecutivo, comunque, "contrasti non ci sono, se uno va a vedere cosa c'è dietro", ha detto Tria, spiega di trovarsi "bene" a fare "un lavoro molto interessante". Insomma, si può andare avanti verso la 'Flat Tax', con gradualità e all'interno dei vincoli, "finanziandola con le Tax Expeditures", rimuovendo cioé una parte del sistema di detrazioni. Allo stesso tempo, si possono pure tracciare le linee guida del reddito di cittadinanza ma "il problema è come lo si disegna", ha detto il ministro, "bisogna valutare qual è il costo addizionale, bisogna vedere quanto serve in più, perché serviranno un po' di fondi". Tria vorrebbe "disegnarlo in modo che abbia effetti positivi", e "in modo da non creare disincentivi". La misura, a suo parere, "aiuta la crescita perché consente di spostare risorse, redistribuisce il reddito più che la domanda". Il responsabile di via XX settembre, che si è detto personalmente a favore di Tav e Tap perché "si tratta di grandi collegamenti internazionali", ha pure frenato su un utilizzo troppo disinvolto di Cassa depositi e prestiti, che nei progetti pentastellati dovebbe diventare una vera e propria banca pubblica di investimento. Ma Cdp, ha detto Tria, "è un soggetto partecipato" dallo Stato che rimane pur sempre "privato", quindi "ogni azione che viene fatta da Cassa depositi e prestiti deve essere correlata al suo agire come soggetto privato". Insomma, è necessario che "abbia un calcolo privato delle sue azioni". "Bisogna stare attenti a come usare questo strumento, che comunque è uno strumento molto forte", ha sottolineato Tria. La Cassa "non so se deve diventare una nuova Iri ma non deve essere una nuova Gepi (Gestione Partecipazioni Industriali), con un intervento in imprese più o meno decotte", ha sottolineato Tria. "In un certo senso è il nostro fondo sovrano, ma staccato dalla pubblica amministrazione. E, come ogni fondo sovrano, si muove secondo il calcolo economico", ha detto il ministro dell'Economia, che vede di buon occhio una revisione della Fornero per far scattare quel ricambio generazionale che potrebbe portare maggior lavoro ai giovani. Sulla manovra, martedì, c'è stata una nuova riunione dei vertici della Lega. Ospitato al Viminale e durata circa due ore, l'incontro viene definito "positivo e costruttivo", con l'obiettivo di "andare avanti nel rispetto delle regole, numeri e tempi certi nell'arco dei prossimi 5 anni". Alla riunione convocata dal vicepremier Matteo Salvini hanno partecipato Giancarlo Giorgetti, Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Armando Siri, Massimo Bitonci, Massimo Garavaglia, Claudio Durigon, Alberto Brambilla, Lorenzo Fontana, Giulio Centemero, Dario Galli e i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari.