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Conte e il concorso da prof alla Sapienza: "Rinuncio per sensibilità professionale"

Giuseppe Conte

Il premier ha rinunciato al posto di docente di Diritto all'Università di Roma

Carlo Antini
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Il premier Giuseppe Conte ha rinunciato al posto di professore di Diritto all'Università di La Sapienza. La decisione definitiva è arrivata lunedì, dopo che il sito Politico.eu, che per primo aveva raccontato in uno scoop della candidatura di Conte alla cattedra dell'Ateneo di Roma, aveva rilanciato spiegando che La Sapienza aveva posticipato l'esame di inglese. Lo stesso Conte avrebbe dovuto sostenere il test in lingua, ma era impegnato con un colloquio con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. La commissione esaminatrice aveva chiesto agli altri due candidati (Giovanni Perlingeri e Mauro Orlandi) se volessero sostenere subito la prova in inglese, oppure rinviarla, proprio per sostenerla assieme al presidente del Consiglio, il quale si era candidato ben prima di arrivare a Palazzo Chigi, lo scorso febbraio. Gli altri due candidati avevano detto di essere d'accordo con un rinvio della prova orale. Sono fioccate nuove polemiche, perché la scorsa settimana il premier aveva fatto pensare ad una rinuncia, non ad un rinvio. Conte aveva infatti detto che per «impegni istituzionali» avrebbe «riconsiderato» la possibilità di partecipare all'esame di lingua inglese. Questo test è necessario per chiedere il trasferimento dall'università di Firenze, dove il premier è già professore ordinario. A Roma si sta per liberare il posto di Guido Alpa, che è stato a lungo suo mentore. Alpa, il cui nome era circolato per il Csm (dove però non è stato eletto), andrà in pensione a fine ottobre. Lunedì sera, dopo nuove critiche piovute su Palazzo Chigi, il premier si è presentato agli italiani in diretta Facebook spiegando di rinunciare definitivamente per «ragioni di personale sensibilità», non ritenendo però che «sul piano giuridico» ci sia «formalmente alcun conflitto d'interesse». Conte ha spiegato di non aver «mai pensato di ricavare da questo incarico una poltrona a vita», anche perché «questo governo durerà cinque anni». Il premier ha detto di voler allontanare «anche solo il sospetto di poter lucrare da questa posizione» di presidente del Consiglio. Poco prima il vicepremier Luigi Di Maio, interpellato sulla questione, si era limitato a dire per Conte che «riconsiderare il suo impegno fa parte di decisioni che prenderà». E Alessandro Di Battista, intervistato mentre continua il suo viaggio nel continente americano, aveva sottolineato che il capo dell'esecutivo aveva fatto domanda prima di diventare premier, bollando quindi come «risibile che i giornaloni diano spazio a questa vicenda», definita «una stronzata». A margine di questo, emerge che l'ex Iena Dino Giarrusso, presentato dal governo M5S come il "controllore" dei concorsi universitari, tra mille polemiche, avrebbe fatto marcia indietro. Giarrusso ha dichiarato di non essere «il responsabile dei concorsi universitari», ma «il segretario particolare del sottosegretario Lorenzo Fioramonti» nel dicastero che si occupa di Istruzione e Università.

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