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I giudici chiudono la Lega con una sentenza che fa a pugni col diritto

Il sequestro dei conti va contro la giurisprudenza italiana ed europea. E arriva dopo il primo grado

Luca Rocca
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Accogliendo il ricorso della procura sui fondi della Lega, e dunque confermando il sequestro di 49 milioni di euro, il Tribunale del Riesame di Genova ha dato il via a una sorta di «mostriciattolo giuridico» difficilmente comprensibile. Una decisione, quella dei giudici genovesi, che trova la sua origine nella condanna in primo grado di Umberto Bossi e dell'ex tesoriere Francesco Belsito per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010, ma che non sta minimamente in piedi. Va detto, innanzitutto, che la «Grande Camera» della Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che un provvedimento di confisca applicato a scapito di chi non è stato parte del relativo processo penale, vìola la Convenzione europea, e la Lega non è entrata nel giudizio di primo grado contro Bossi e Belsito. Anzi, quando il movimento di Salvini ha chiesto di poter prenderne parte, la Corte d'Appello ha detto no... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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