Il tavolo al Mise
Ilva, c'è l'accordo su 10.700 assunzioni
Trattativa a oltranza per Ilva nella notte tra sindacati, azienda e governo. Dopo alcune interruzioni, intorno alle 5 la riunione si è aggiornata e riprenderà per le 13-13.30 di oggi per il rush finale e la possibile chiusura. Come riferiscono fonti sindacali, il nodo sul tavolo è quello del numero degli occupati e il piano di rilancio industriale. I NUMERI - Si sta lavorando per 10.700 dipendenti di organico, ma arrivandoci un anno prima della fine del piano industriale. Ieri Mittal aveva proposto 10.300 entro il 2021. Il perimetro includerebbe i lavoratori delle affiliate di altri contratti elettrici e trasporti che sono 300 e che erano invece esclusi dallo schema proposto da Carlo Calenda, che era di 10.500. Sul premio di risultato per 2019 e 2020 si chiede un una tantum che dia un salario almeno del 4%. Le trattative riprenderanno sempre nella sede del Mise. L'ACCORDO - Su Ilva "aspettiamo qualche altra ora, ma sono molto fiducioso; siamo all'ultimo miglio", ha commentato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, uscendo dal Mise. Nel testo dell'accordo che sindacati e azienda stanno scrivendo per sottoporlo alla plenaria, programmata al momento intorno alle 13.30-14, entra anche il piano sugli esodi incentivati: Mittal conferma e posta infatti 250 milioni da offrire complessivamente per agevolare l'uscita volontaria dei lavoratori. IL REFERENDUM - "Se tutto è così, l'accordo si firma e poi si va dai lavoratori, pensiamo già domani di fare un consiglio di fabbrica, proclamare le assemblee e poi indire il referendum", afferma Antonio Talò segretario generale Uil Taranto. Quanto allo sciopero proclamato per l'11 settembre, "con l'accordo coerentemente non ha più senso e dopo la verifica - afferma Talò - lo revocheremo". Per l'Ilva "l'accordo è fatto, per noi per essere valido deve essere approvato dai lavoratori con un referendum", ha detto la leader della Fiom, Francesca Re David, sottolinendo che sull'esito della consultazione tra i lavoratori c'è fiducia: "siamo fiduciosi". "Una grande giornata per Ilva, per l'industria italiana e per Taranto. Finalmente possono partire gli investimenti ambientali e industriali. Complimenti per l'accordo ad aziende e sindacati e complimenti, non formali, al ministro Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta", ha detto Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico.