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Ilva, trattativa a oltranza: spunta bozza con 10.300 assunti

Ma per i sindacati l'accordo è ancora lontano

Silvia Sfregola
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Trattative serrata, anzi serratissima e una nuova bozza di accordo per trovare un'intesa sugli occupati. Ma le distanze rimangono. E' un tavolo senza fine quello in corso all'Ilva, iniziato poco dopo le 14.30 e che rischia di andare anche in notturna. Mittal, sindacati e governo si sono ritrovati al Mise con l'obiettivo di arrivare all'intesa per il passaggio del gruppo al colosso dell'acciaio dopo un trattativa che dura da oltre un anno. La novità del giorno, è il testo presentato dall'azienda che prevede come il numero degli assunti a tempo indeterminato si attesti su 10.300 unità, di cui 10.100 entro il 31 dicembre 2018 e 200 entro il 31 dicembre 2021. Un piccolo miglioramento rispetto ai 10mila della vigilia. E Mittal sarebbe pronta anche ad assumere gli esuberi rimanenti nell'Ilva al 23 agosto 2023; si tratta du coloro che non abbiano già beneficiato di altre misure, come ad esempio l'incentivo all'esodo, e non abbiano già ricevuto un'offerta da un'affiliata. Con una postilla importante come quella che le "riduzioni dell'orario di lavoro che consentano di assicurare costi del lavoro invariati". Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio parla di "ore delicatissime", ma i sindacati dopo il primo round di tavolo in ristretta non fanno trapelare ottimismo. "Ci hanno proposto un documento che pensiamo che non vada bene perché riproduce fedelmente quello che ci hanno detto in questi mesi. L'unica apertura è che da 10.000 passerebbero a 10.300 le persone da assumere, 10.100 subito, gli altri entro il 2022 - spiega Rocco Palombella, leader della Uilm - Inoltre qualora i numeri fossero eccessivi noi dovremmo trovare un accordo per diminuire il costo del lavoro e quindi l'impatto di questi lavorativi che verrebbero assunti. Il clima non è positivo, il clima è di grande responsabilità, nessuno abbandona il tavolo. C'è un clima pesante ma noi non abbandoneremo il tavolo e andremo avanti per tutto il tempo necessario: la nottata e domani per un'intesa giudicata da noi positiva". Muro al momento anche dalla Fiom, con Francesca Re David che avvisa: "Allo stato attuale siamo lontanissimi da un accordo. Mittal non ha mai cambiato posizione, è ferma al piano industriale e al piano occupazionale di inizio gara. Non ha cambiato nulla". E la Fim Cisl sottolinea la "necessità che governo confermi 250 milioni per incentivi volontari all'esodo, doppio regime salariale con neo assunti e conferma trattamenti economici e normativi pre-esistenti". "Siamo all'anno zero, non c'è nessun cambiamento da parte di Mittal rispetto a luglio. Continuiamo a trattare, ma senza un accordo chiederemo a Di Maio di annullare la gara", conclude amaro Sergio Bellavita, responsabile Usb nazionale. La corsa contro il tempo continua: entro il 7 settembre si chiude l'iter per la validità della gara di aggiudicazione e il 15 scade l'amministrazione commissariale.

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