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Nasce l'asse Salvini-Orban: "L'Europa è vicina a una svolta"

Il ministro dell'Interno incontra il premier ungherese

Carlo Antini
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Matteo Salvini è «il mio eroe», l'Ungheria «ha dimostrato che i migranti possono essere fermati sulla terraferma» e il ministro dell'Interno italiano «sta dimostrando che si può farlo anche in mare. Dal suo successo dipende la sicurezza dell'Europa». Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha incontrato a Milano il vicepremier e leader della Lega, per discutere in primis della questione migratoria. Argomento su cui il leader magiaro celebra la loro sintonia: «Abbiamo parlato di tante cose sul futuro dell'Ue» e «siamo d'accordo sul tema più importante oggi, l'immigrazione». L'obiettivo comune è quello di chiudere i confini e respingere i profughi. Intanto, a poche centinaia di metri, migliaia di persone in piazza San Babila hanno rivendicato una "Europa senza muri", contro il vento sovranista e xenofobo che da Est soffia sull'Italia. Orban, capofila del blocco di Visegrad - composto da Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia oltre che dall'Ungheria - che si oppone alle politiche dell'Ue, schema di ricollocamenti incluso, l'ha riassunta così, prima ancora dell'incontro in Prefettura: «Ci sono due blocchi: da una parte Bruxelles, tedeschi, francesi e spagnoli che vogliono gestire l'immigrazione; dall'altra parte noi, per cui l'obiettivo è fermarla. Con Salvini abbiamo la stessa posizione». Dopo oltre un'ora di colloquio a porte chiuse, Salvini conferma un incontro «costruttivo» e aggiunge che sul tema dell'immigrazione «continuerà ad agire come ha fatto sinora, inchieste e processi ma non mi faranno assolutamente cambiare idea». Il riferimento è al caso della nave della Guardia costiera Diciotti, per cui è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, dopo che ha impedito lo sbarco a Catania delle oltre cento persone a bordo. Sul caso Diciotti, Orban dice di «comprendere la richiesta» dell'Italia di accogliere i migranti, ma la bolla come «irragionevole». L'ungherese si scaglia poi ancora una volta contro le quote: «Non bisogna ricollocare, ma rimpatriare». La Commissione europea a luglio ha deferito Budapest alla Corte di giustizia Ue, per non aver rispettato la legge su asilo e ricollocamenti tra le varie nazioni del blocco. Ma Orban non arretra, mentre al confine sud del suo Paese corre una lunga barriera per impedire l'accesso ai profughi e dopo che l'Ue ha avviato una procedura d'infrazione anche per la legge "Stop Soros", con cui il suo governo ha ostacolato e criminalizzato l'aiuto ai migranti. «Non indietreggiare», dice a Salvini. Per entrambi, poi, il comune nemico è anche la Francia del presidente Emmanuel Macron. Salvini fa riferimento ai «grandi Paesi» e dice: «Chiediamo collaborazione», «Macron dà lezioni ai governi stranieri ed è il primo a dover mostrare solidarietà. Riapra il confine di Ventimiglia». E aggiunge che, se il francese desse il buon esempio, «anche i Paesi di Visegrad potrebbero avere un approccio diverso». Un affondo arriva anche da Orban: Macron è «a capo della forza europea che sostiene la migrazione» nell'Ue, «dall'altra ci siamo noi che vogliamo fermare l'immigrazione illegale».

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