Tutti contro il pm di Salvini
Denunciato il procuratore Patronaggio per "attentato ai diritti politici dei cittadini". Social scatenati, il centrodestra critica la procura
Seri guai in arrivo per il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, che per la vicenda della nave Diciotti ha messo sotto inchiesta il ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio. Un'iniziativa, quella del magistrato, che sta producendo uno sconquasso politico-giudiziario di proporzioni abnormi, non solo perché i social stanno letteralmente esplodendo indirizzando aspre critiche contro la toga; non solo perché, dopo settimane di divisioni, il centrodestra si è ricompattato esprimendo solidarietà a Salvini; ma soprattutto perché ieri il Movimento Nazionale per la Sovranità, guidato dall'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha dato mandato al proprio ufficio legale per verificare la possibilità di denunciare proprio Patronaggio ai sensi dell'articolo 294 del codice penale che, come si legge sul profilo Facebook ufficiale del movimento, sanziona gli «attentati contro i diritti politici del cittadino». L'articolo in questione, infatti, recita: «Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico (...) è punito con la reclusione da uno a cinque anni». Per i «Sovranisti», dunque, «l'avviso di garanzia inviato a Salvini potrebbe essere visto come un tentativo di impedire a un ministro di svolgere la sua attività d'indirizzo politico», conseguenza diretta «del voto espresso dalla maggioranza degli italiani sulla base di ben precisi impegni elettorali». Querela a parte, che le cose rischino di mettersi male per il procuratore capo di Agrigento lo si può desumere anche da ciò che si sente dire fra gli addetti ai lavori in alcuni ambienti giudiziari, molto dubbiosi sull'iniziativa giudiziaria di Patronaggio che poggia, essenzialmente, sul presunto sequestro di persona, articolo 605 del codice penale. In estrema sintesi, il sequestro di persona si configura quando qualcuno limita, intenzionalmente, la libertà della persona principalmente sotto il profilo della libertà di locomozione o di circolazione. Ciò dimostra, si sente affermare fra gli addetti ai lavori, che il comportamento di Salvini non ha violato quell'articolo, visto che agli immigrati a bordo della Diciotti non è stata limitata nessuna libertà, e sono rimasti sulla nave perché era compito dell'Italia stabilire se fossero provvisti o meno dei requisiti per entrare nel nostro Paese. Nessun sequestro di persona dunque, e tanto rumore per nulla, fra l'altro, perché questo caso, come è già evidente a tutti, è destinato a morire di morte naturale davanti al Tribunale dei ministri.