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Diciotti, oggi vertice Ue. Ultimatum di Salvini e Di Maio: "L'Europa si svegli"

Carlo Antini
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I migranti rimangono sulla Diciotti attraccata a Catania. Non scendono, restano a bordo con i militari della Guardia Costiera, che a loro volta aspettano ordini. E il governo, in maniera praticamente unanime, chiede una mossa da parte dell'Ue. Solo dopo autorizzerà lo sbarco. Rimane, sullo sfondo, la divergenza tra il presidente M5S della Camera, Roberto Fico, che non ha nascosto la sua contrarietà alla linea dura, e il ministro dell'Interno Matteo Salvini, leader della Lega. Ma il leader M5S Luigi Di Maio, che come Salvini è vicepremier, sottolinea che «il governo è compatto», e punta il dito verso Bruxelles. «Nei mesi scorsi - spiega Di Maio - abbiamo avuto modo di vedere come funzionava la linea morbida nei confronti dell'Unione europea», quella cioé portata avanti dal precedente governo a guida Pd e che, a suo parere, si è rivelata fallimentare e onerosa per la sola Italia. Adesso invece, «funziona la linea dura». Un passo avanti, quindi, potrebbe arrivare con la riunione che i rappresentanti dei diversi Paesi avranno proprio sulla questione migratoria. Se ci si accordasse per una maggiore condivisione dei problemi dovuti alla gestione degli arrivi e delle permanenze, l'esecutivo di Roma potrebbe sventolare il risultato ottenuto grazie alla fermezza, e farebbe sbarcare i profughi che aspettano a Catania. Se, invece, dalla riunione di Bruxelles non uscisse nulla, «io e tutto il Movimento 5 Stelle non siamo più disposti a dare 20 miliardi di euro all'Unione europea ogni anno», sottolinea Di Maio, aggiungendo: «Ce ne prendiamo una parte, e non siamo disposti, se non ci aiutano, a votare una legge di Bilancio che preveda questo stanziamento di 20 miliardi all'Ue». Questa posizione, sottolinea il vicepremier in quello che sembra un messaggio indirizzato a Fico, viene formulata nella sua veste di «capo politico del Movimento». Salvini, da parte sua, apprezza il sostegno da parte di Di Maio. Quindi, in un'intervista al Tg5, ribadisce che i migranti a bordo della nave Diciotti «non sbarcano, a meno che l'Europa non si svegli e accolga come abbiamo fatto noi negli ultimi anni». Il leader leghista liquida poi le polemiche politiche e le inchieste giudiziarie attorno alla Diciotti ribadendo: «Non mollo, non mi dimetto, non retrocedo di un millimetro». Bacchetta Salvini e difende Fico, invece, la ministra per il Mezzogiorno Barbara Lezzi, che ritiene certamente «doverosa la pretesa di condivisione europea» ma «nessuno», nemmeno l'alleato leghista, «deve impartire lezioni alla carica dello Stato circa la prerogativa di esprimere legittime posizioni». Al porto di Catania si sono susseguite le visite dei parlamentari sulla nave Diciotti. Ci sono andati tra gli altri Laura Boldrini di LeU e gli eurodeputati dem Michela Giuffrida e Daniele Viotti, che hanno incontrato la Guardia costiera e i rappresentanti delle Ong. Il segretario del Pd Maurizio Martina, da parte sua, attacca «il sultano ministro dell'Interno», che «ha deciso di giocarsi il terzo tempo della sua propaganda sulla pelle delle persone». L'ex premier Paolo Gentiloni, infine, boccia senza appello la strategia salviniana. «Apprendiamo dal ministro degli Interni che l'Italia avrebbe scelto sull'immigrazione la "via australiana" - scrive Gentiloni su Facebook - Ma da chi e quando questa scelta sarebbe stata compiuta? Non dal Governo, non dal Parlamento, non dal Consiglio supremo di difesa: il ministro degli Interni ha varato un blocco navale attraverso una battuta radiofonica». E momenti di forte tensione si sono registrati all'ingresso del molo di Levante al porto di Catania, dove è ormeggiata la nave Diciotti con 150 migranti a bordo. Un folto gruppo di manifestanti si è gettato per terra impedendo ad un furgone della polizia di accedere alla zona di sicurezza. I manifestanti hanno scandito slogan pro migranti e contro i rappresentanti del mondo politico. «Siamo tutti clandestini - hanno urlato - siamo tutti clandestini. Freedom, libertà. Siamo tutti antifascisti». L'area del Molo è stata presidiata dalle forze dell'ordine in assetto antisommossa. Poco distante, infatti, a rendere la situazione ulteriormente calda, il presidio di Forza Nuova. La polizia ha tenuto a debita distanza i diversi gruppi di manifestanti per evitare eventuali tafferugli.

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