Scontro Berlusconi-Salvini. Sulla Rai si spacca il centrodestra
Il Cav: "Non si torna indietro". Salvini: "Forza Italia ferma il cambiamento"
Ripartire da zero, nessun giochetto e per la presidenza della Vigilanza Rai si cerchi un nome nuovo. Silvio Berlusconi detta le regole e dopo il duro braccio di ferro, Matteo Salvini diventa praticamente l'ex alleato. In una nota «bollente» il Cav torna a fare la voce grossa e mette subito in chiaro che la scelta di non votare Marcello Foa in Vigilanza Rai «è stata assunta dai nostri gruppi parlamentari» e «l'ho naturalmente condivisa». Spazzando via ogni possibile fraintendimento Berlusconi mette una pietra tombale su possibili retromarce: «È stato anche appurato che la eventuale riproposizione dello stesso nome alla commissione di vigilanza, presenta secondo il parere di autorevoli professionisti problemi giuridici non superabili». Pertanto, è il messaggio dell'ex premier a Salvini: «Non potrà quindi essere votata dai componenti di Forza Italia». Arriva a stretto giro la replica, quasi scontata e in tempi rapidissimi, del leader del Carroccio. «La Lega prende atto che Forza Italia ha scelto il Pd per provare a fermare il cambiamento, per la Rai, per il taglio dei vitalizi e per altro ancora - attacca piccato - Dispiaciuti, continuiamo sulla via del cambiamento, sicuri che gli italiani e gli elettori del centrodestra (come dimostrano tutti i sondaggi) abbiano le idee chiare». Si sfascia quindi il centrodestra, è il messaggio tra le righe che fa passare Salvini, e si ricompone il patto del Nazareno. La rottura annunciata alla fine c'è stata quindi con il risultato di consegnare alla Vigilanza Rai un «Visconte dimezzato» un presidente che non è nella pienezza delle sue funzioni, ma un consigliere anziano facente funzioni. Ora sarà impossibile tornare indietro, anche se fonti azzurre parlano di «diplomazie» a lavoro per trovare una convergenza, una condivisione. Un altro nome però, è evidente, Salvini non lo vuole proprio prendere in considerazione. Di contro l'ordine di scuderia partito dal San Raffaele, dove il Cav è ricoverato per un secondo ciclo di controlli, è non «indietreggiare di un millimetro». È passata quindi la linea dura di Antonio Tajani, che alla fine ha schiacciato quelli che volevano aprire a un compromesso e votare Foa. Ora è il ragionamento di Berlusconi, «sarà ripristinato il giusto metodo e soprattutto sarà ridata dignità al Parlamento», dignità che il governo M5S e Lega sta tentando di annientare a partire dal decreto Di Maio. Salvini le ha tentate tutte: dopo una telefonata infuocata con lo stesso Tajani, martedì sera ha parlato con Berlusconi stesso, trovando un muro. In extremis nella prima mattinata di mercoledì si è recato in visita al San Raffaele, proprio poco prima che la Vigilanza si riunisse per dare il parere sulla nomina di Foa. Nulla da fare, il Cav ha rimandato al mittente ogni tentativo di persuasione. Tanto che alla fine dal vicepremier è filtrato che si è trattato di una visita di «cortesia» e di «un primo confronto di persona franco e pacato» anche sulla Rai. Dallo scambio di comunicati però sembra tutto il contrario. I due leader non cedono e la Rai a questo punto potrebbe anche essere destinata a un lungo periodo di stallo.