Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Nomine ad alta tensione, salta il vertice

L'Assemblea degli azionisti posticipa al 24 luglio la nomina del nuovo cda di Cassa depositi e prestiti

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

Le nomine nelle aziende pubbliche sono, in questo momento, lo scoglio più grande sulla strada dell'alleanza giallo-verde che sostiene il governo. Oggi sembrava che fosse la volta buona, visto che c'era stata una convocazione ufficiale a Palazzo Chigi alle ore 15. Nel giro di pochi minuti, però, l'incontro è stato annullato a dimostrazione che la quadra non c'è ancora. Il dossier più delicato riguarda la Cassa Depositi e Prestiti, la cui assemblea è ancora aperta in attesa delle decisioni del governo. Vanno nominati i nuovo componenti del consiglio d'amministrazione e in particolare il successore del presidente Claudio Costamagna e dell'amministratore delegato Fabio Gallia. Nessun problema per la presidenza che tocca alle Fondazioni bancarie: già da settimane hanno fatto il nome di Massimo Tononi, ex Goldman Sachs e presidente Mps. Il problema riguarda l'amministratore delegato e il direttore generale. Per la prima nomina il candidato designato è Dario Scannapieco, attuale vice presidente della Bei, mentre per l'altro toccherebbe a Fabrizio Palermo. Manca, a quanto pare, l'accordo sulle deleghe da assegnare ai due manager e, soprattutto, il definitivo via libera del ministro Tria cui spetta la designazione. Il ministro e vice premier Matteo Salvini, che era uno dei convocati di oggi non sapeva nulla. O meglio, così ha detto ai cronisti: «Non sapevo che fosse stato convocato, non so neanche che sia stato sconvocato». A chi gli ha chiesto quali siano i nomi su cui si sta ragionando per Cdp, risponde: «Non seguo io il dossier». Impossibile anche sapere se la trattativa, fosse saltata sulla nomina di Scannapieco come dicono le indiscrezioni di queste ore. Alla riunione convocata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dovevano partecipare i vicepresidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell'Economia Giuseppe Tria. L'annullamento è stato giustificato ufficialmente per altri impegni istituzionali dei partecipanti. Il ministro del Lavoro sarebbe stato impossibilitato perchè impegnato nella supervisione della messa a punto degli emendamenti del governo sul decreto dignità. Il ministro Tria, invece, perché trattenuto dai preparativi per il viaggio a Buenos Aires dove, nel fine settimana si svolgerà la riunione del G20. Ma, dalle parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, sembra che la riunione sia slittata per un'altra ragione: «C'è una procedura, chiedete a chi gestisce la procedura». Conte afferma che «il ministro competente le propone a me, io ne parlo con i due vicepremier, poi di decidiamo insieme. Se non c'è accordo sulla persona più competente, rinviamo per trovarne una migliore». E non è stata evidentemente ancora trovata.

Dai blog