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Caso Diciotti, Di Maio scarica Salvini e si schiera con Mattarella

Il presidente della Repubblica sblocca la situazione e fa sbarcare gli immigrati. Il ministro furioso

Antonio Rapisarda
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«Se il ministro Salvini abbia esagerato o meno non me ne frega nulla. La cosa importante è che con l'intervento del presidente della Repubblica si sia sbloccata la storia». E così che tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini si è arrivati alla prima vera crisi dopo quaranta giorni di governo. “Galeotto” è stato l'intervento di Sergio Mattarella che ha «sbloccato», con una chiamata al premier Giuseppe Conte, il caso della nave Diciotti che trasportava i 67 migranti rispetto ai quali il ministro dell'Interno ha chiesto precisi accertamenti e l'utilizzo delle manette prima di autorizzare lo sbarco nel porto di Trapani. Di Maio invece si è schierato senza mezzi termini con il Colle: «Il presidente è intervenuto e bisogna rispettare il presidente e fare in modo che quando ci sono questioni del genere le procedure siano più veloci – ha spiegato il titolare del Lavoro -. La nostra preoccupazione era fare in modo che chi aveva aggredito l'equipaggio del rimorchiatore dovesse essere perseguito; quando abbiamo aspettato qualche tempo per riuscire a capire se sarebbero stati perseguiti è intervenuto il presidente ed è stato un obbligo far sbarcare migranti». Decisione, questa di Mattarella, che ha lasciato «stupiti» i vertici della Lega a partire da Salvini stesso che non ha mancato di esplicitare il suo disappunto. Sempre il ministro dell'Interno oggi è intervenuto per ribadire, anche ai colleghi di governo, la sua linea: «Andrò fino in fondo finché qualcuno non venga assicurato alla giustizia», ha spiegato a proposito dei dirottatori presenti tra i 67 migranti. Il punto è chiaro: «Mi farebbe arrabbiare se coloro che sono sbarcati finissero tutti a piede libero, la certezza della pena deve essere fondamento per italiani e soprattutto per chi è ospite, non voglio che finisca tutto a tarallucci e vino». Quanto poi all'intervento del Capo dello Stato, Salvini ha voluto evitare ogni polemica diretta, puntualizzando però sulla sua autonomia: «Non si è mai intromesso in quello che ho fatto come ministro dell'Interno. Io non ho niente da chiarire. Se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini è una delle priorità del Paese».  

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