Il decreto dignità sarà modificato. E Di Maio apre ai voucher
Il testo sarà cambiato solo alla Camera. La Lega prepara gli emendamenti
La novità è l'apertura ufficiale di Di Maio sui voucher. «Se possono servire a settori come l'agricoltura e il turismo, per specifiche competenze, allora ben vengano», sottolinea il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, «l'unica cosa che chiedo alle forze di maggioranza è quella di evitare abusi in futuro». Il dl dignità - tra stasera e domani dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta - dunque verrà modificato alla Camera. Il 24 luglio approderà in Aula. La maggioranza sta trattando - riferiscono fonti parlamentari - sulla possibilità di cambiarlo a Montecitorio. Per poi blindarlo al Senato per evitare ulteriori assalti, anche perchè a palazzo Madama i numeri sono più stretti.Il partito di via Bellerio - ha già pronto un emendamento che verrà presentato dal governo - proporrà oltre alla reintroduzione dei voucher anche incentivi alle imprese per permettere la stabilizzazione dei contratti a tempo indeterminato. E anche su questo aspetto ci sarebbe il consenso M5S. Lo strumento è quello dei crediti d'imposta per le aziende. Una delle ipotesi è la creazione di un fondo ad hoc da quantificare nella prossima legge di bilancio. In ogni caso la richiesta di apportare delle modifiche al provvedimento arriva anche all'interno del MoVimento 5 Stelle. «È troppo generico», spiega un pentastellato, «saremmo costretti ad intervenire». Ma sia fonti del Carroccio che del MoVimento 5 Stelle negano attriti. Si cercherà di trovare una convergenza. Di Maio è determinato a portare avanti la battaglia. «Tra oggi e domani ci sarà il testo definitivo», ha sottolineato. «Colpiremo chi sfrutta Stato e lavoratori; i veri imprenditori possono stare tranquilli. Era necessario porre un freno all'utilizzo smodato e incontrollato del contratto a tempo determinato», ha spiegato il vicepremier a Famiglia Cristiana, «ho voluto fortemente il decreto Dignità perché - ha spiegato - occorre rimettere al centro le persone e i loro bisogni nelle scelte politiche». Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, difende il provvedimento: «Non si può parlare di mero annuncio, il testo del decreto è ormai definito in tutti i suoi aspetti e attende la sola bollinatura».Intanto il dl dignità divide il Pd. Il segretario Martina spiega che non è votabile ma una parte del partito non esclude affatto una sponda al decreto. L'ex premier Renzi con i fedelissimi non ha nascosto la sua irritazione. «Votarlo è una idea che va contro la storia del Pd», osserva Boschi. Aumenta la tensione all'interno del partito del Nazareno tanto che sullo sfondo aleggia sempre l'ipotesi della scissione. Molti renziani non hanno gradito neanche le affermazioni di Delrio, secondo il quale confrontarsi con i grillini «è utile per il Paese». Forza Italia rilancia la linea dell'opposizione: «Più che decreto dignità chiamiamolo decreto fantasma perchè del testo del primo provvedimento di Luigi Di Maio non c'è ancora traccia», spiega Carfagna.