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"Soldi pubblici per spese familiari". L'inchiesta che ha travolto Bossi

Due anni e mezzo al Senatur. Al tesoriere Belsito 4 anni e 10 mesi

Fernando M. Magliaro
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A tappeto: sequestrare i soldi della Lega Nord fino al raggiungimento della cifra monstre di 49 milioni di euro. Una sorta di pesca a strascico su conti bancari, libretti, depositi, decisa dalla Corte di Cassazione nei confronti del partito di Salvini in accoglimento del ricorso avanzato dalla Procura di Genova. Per la Suprema Corte, quindi, il Tribunale del Riesame - che per ben quattro volte aveva negato alla Procura questa possibilità - ora deve riformare la sua decisio ne sequestrando i soldi «ovunque vengano rinvenuti e presso chiunque». Finora, sono stati bloccati solo 1,6 milioni di euro, trovati dalle Fiamme Gialle sui conti del partito quando è stato disposto il sequestro e complessivamente sono stati trovati 3 milioni e 150 mila euro. Per la Suprema Corte, invece, vanno immobilizzati fondi fino ad arrivare alla «soglia» di 48 milioni 969mila euro, somma per la quale il Tribunale di Genova il 24 settembre 2017 aveva condannato il senatur Umberto Bossi, il tesoriere Francesco Belsito e altri tre imputati e di cui aveva ordinato la confisca. La vicenda nasce dal pro cesso contro l' ex segretario leghista, Umberto Bossi, accusato e condannato dal Tribunale di Genova per truffa ai danni dello Stato sui rimborsi ai partiti per i contributi elettorali, truffa che avrebbe consentito di accumulare questi 49 milioni di euro...  SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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