emergenza migranti
Lo strappo dell'Italia sulla bozza Ue. Salvini: "Conte non vada a Bruxelles"
«Se andiamo a Bruxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio». Così a Porta a Porta il ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta l’indiscrezione secondo cui il premier Giuseppe Conte potrebbe disertare il vertice di domenica a Bruxelles nel caso in cui la bozza sui migranti dovesse essere giudicata insoddisfacente dal governo italiano. Il leader della Lega ha aggiunto: «Conte ha il pieno mandato di tenere alto l’orgoglio del popolo italiano. Spero vada a far valere le nostre ragioni ma l’Italia non è più scontata, il popolo italiano non è più in vendita». Al vertice di domenica a Bruxelles sull’Immigrazione - che vede l’Italia al tavolo con altri 7 Stati membri tra cui Francia e Germania - il premier Giuseppe Conte è pronto a puntare i piedi: no a soluzioni già scritte e l’Italia costretta a doverle sottoscrivere con una stretta di mano e la rassicurazione che accetteranno, più avanti, di metter mano al Regolamento di Dublino. Questo, stando a quanto filtra da Palazzo Chigi, il contenuto dell’incontro tra lo stesso Conte e i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, a cui si è aggiunto poi anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Tra loro, sul tema, la sintonia sarebbe totale. In particolare, a fare alzare il livello di guardia le voci che circolano su una bozza già scritta e che punterebbe gran parte del suo contenuto sui cosiddetti movimenti secondari, ovvero la possibilità di ricollocare i migranti richiedenti asilo - e la cui pratica non è stata espletata - nel primo Paese dove sono sbarcati. E che metterebbe l’Italia in evidente difficoltà. Conte ha detto chiaro al presidente del consiglio europeo Donald Tusk che l’Italia non ci sta, e sarebbe pronto a ribadirlo con forza al tavolo di domenica a Bruxelles, non escludendo addirittura di abbandonare l’incontro se le cose dovessero mettersi male. In queste ore sono in corso contatti con altri governi, in particolare quelli tedesco e francese. L’obiettivo a cui si punta è quello di fare in modo che la discussione di domenica prossima sia «reale e non solo di facciata» per giungere a una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti i Paesi riuniti, innanzitutto di quelli, come l’Italia, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza sbarchi. E che non possono essere sacrificati sull’altare delle difficoltà interne al governo tedesco e che vedono la cancelliera Angela Merkel in affanno.