Bonafede, chi di intercettazioni ferisce...
Sia da deputato che da ministro ha difeso lo strumento d'indagine. Ora gli "ascolti" hanno svelato il suo ruolo nell'ascesa di Lanzalone al Campidoglio
Si morderebbe di certo la lingua, se potesse tornare indietro, il neoministro della Giustizia Alfonso Bonafede; se la morderebbe perché quelle intercettazioni da lui sempre difese a spada tratta e con piglio decisionista, oggi si sono trasformate nella fonte dei suoi guai politici. È anche grazie alle captazioni degli inquirenti nell'inchiesta sullo stadio della Roma, infatti, che sono emerse le presunte responsabilità dell'avvocato Luca Lanzalone, consulente per il Campidoglio sul dossier stadio e successivamente nominato presidente Acea (si è dimesso ieri); quello stesso Lanzalone, arrestato due giorni fa, al quale, a quanto pare, fu proprio Bonafede a voler affidare la gestione delle partecipate romane come emerge dalle stesse intercettazioni. Chissà, dunque, se potendo tornare indietro il Guardasigilli si dimostrerebbe più prudente sulla «pesca a strascico» che da decenni porta a intercettare chiunque in ogni momento, con successivo sputtanamento sui giornali. Di certo c'è che fino a pochi giorni fa le sue posizioni in materia sono state piuttosto lasche. Per capirci, il 7 giugno scorso... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI